Roma – “Creare relazioni” e “favorire la cultura dell’incontro”. È racchiusa in questo binomio l’essenza della “professionalità” dei comunicatori. Lo ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, presiedendo oggi a Roma, presso l’Auditorium Cei (Via Aurelia, 796), la Messa in suffragio di monsignor Francesco Ceriotti, già direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per le comunicazioni sociali, e di suoi collaboratori: Adriano Zanacchi, giornalista Rai e docente in varie università, e Carlo Tagliabue, regista televisivo Rai, docente universitario e critico cinematografico. “Siamo qui – ha esordito monsignor Galantino, nell’omelia della Messa concelebrata con monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria vaticana per la Comunicazione, e don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per le comunicazioni sociali – per ringraziare il buon Dio per quanto don Francesco ci ha dato attraverso la sua testimonianza umana, professionale e la sua professionalità. Non devo dire io a voi quanto essa sia stata e debba continuare ad essere una professionalità spesa per la comunicazione, per servire la verità, per aiutare a vivere nella verità. Una professionalità che ha come orizzonte culturale quello di creare relazioni, favorire incontri”. “Questo è quello per cui si è speso don Francesco”, ha riassunto il segretario generale della Cei: “Se vogliamo che non diventi un ricordo semplicemente emotivo, ma che porti qualche frutto nella storia di ognuno di noi, dobbiamo sentirci impegnati a creare relazioni attraverso la comunicazione, a favorire la cultura dell’incontro”. (SIR)