Il “Decreto flussi” è legge. Mons. Perego: “Un passo indietro della nostra democrazia”

4 Dicembre 2024 – Il cosiddetto “decreto flussi” è stato approvato oggi dal Senato e, dopo aver già passato l’esame della Camera lo scorso 27 novembre, diventa così definitivo.

Come riporta l’agenzia Ansa, tra le novità del testo – che, ricordiamo, nasce per regolamentare solo le modalità di ingresso in Italia per motivi di lavoro – c’è un nuovo elenco dei Paesi considerati “sicuri” come Bangladesh, Egitto e Marocco; la secretazione dei contratti pubblici relativi a fornitura di mezzi e materiali per il controllo delle frontiere e delle attività di soccorso in mare; la competenza delle Corti d’Appello e non più dei Tribunali specializzati, per quanto riguarda la convalida del trattenimento dei richiedenti asilo.

Sulla questione dei cosiddetti “Paesi sicuri” – in particolare tale status è dubbio per Bangladesh ed Egitto, alla luce della normativa europea -, la Corte di Cassazione ha proprio oggi chiesto di sospendere il giudizio in merito ai ricorsi presentati del governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso, in attesa che si pronunci la Corte di Giustizia dell’Unione europea.

A proposito del trasferimento di competenza sui provvedimenti di convalida del trattenimento dei richiedenti asilo, introdotto con un emendamento ad hoc nel decreto per ovviare alle criticità emerse con i Cpr in Albania, va registrato il parere negativo espresso dal plenum del Consiglio superiore della magistratura. Il Csm è preoccupato infatti per l’allungamento dei tempi nelle corti d’Appello – e dunque il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr -, e per il rischio che a giudicare siano magistrati privi delle competenze necessarie. Il parere andrà al ministro della Giustizia Carlo Nordio, ma non è vincolante.

Sulle norme del decreto che riguardano i salvataggi in mare, è arrivato un commento molto preoccupato da parte delle organizzazioni civili impegnate in attività di ricerca e soccorso (SAR) nel Mediterraneo centrale, che esamina nel dettaglio le implicazioni delle nuove norme: “Il vero obiettivo del provvedimento non è la gestione dei soccorsi in mare, ma limitare e ostacolare la presenza delle navi umanitarie e arrivare a un piano di definitivo abbandono del Mediterraneo e di criminalizzazione del soccorso in mare”.

Ricordiamo anche che la Fondazione Migrantes era stata ascoltata lo scorso 24 ottobre dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera proprio in merito al cosiddetto “decreto flussi”, offrendo una serie di rilievi e proposte. La constatazione di fondo, al di là dell’estensione delle quote, è che il decreto flussi come unica modalità di ingresso legale dei lavoratori stranieri in Italia non soddisfa la domanda di manodopera di industriali, agricoltori, artigiani, operatori del turismo e famiglie. E neppure l’urgenza di regolarizzare decine di migliaia di lavoratori già presenti sul territorio italiano (se ne stimano oltre 500.000) e di non crearne altri.

Continua la prassi di inserire nel decreto flussi norme che riguardano altri temi. ”Una legge – ha commentato S.E. mons. Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes e del CEMI – che segnala la volontà di non tutelare, ma di respingere i richiedenti asilo: un grave passo indietro della nostra democrazia”.

(aggiornato il 5 dicembre 2024)

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