Festival della Migrazione, mons. Perego sul Piano Mattei per l’Africa: “Chiamiamolo Piano Meloni”

27 Novembre 2024 – Si è tenuta questa mattina a Modena l’apertura istituzionale del Festival della Migrazione 2024, incentrato sul tema “Europa-Africa andata e ritorno: le storie e i cammini che rigenerano l’Italia”, con le relazioni, tra gli altri, di S.E. mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes e arcivescovo della diocesi Ferrara-Comacchio.

Mons. Perego ha ricordato “la storia passata e presente di sfruttamento dell’Africa da parte del nostro Paese” e che “i recenti cammini dei migranti dall’Africa all’Europa trovano una fatica per la mancanza di percorsi di legalità o per percorsi di legalità  – come il decreto flussi – dove sono tenuti presenti solo i bisogni delle aziende e non quelli dei lavoratori”.

L’attenzione del presidente della Fondazione Migrantes si è poi concentrata sull’efficacia del cosiddetto “Piano Mattei” per l’Africa, che mons. Perego preferirebbe “chiamare ‘Piano Meloni’ per non confonderlo con il vero Piano Mattei”, che era basato su presupposti culturali e politici dettagliatamente ricordati e contestualizzati nella sua relazione.

Ricordando il dettato dell’art. 45 della Costituzione Italiana (“La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata”), mons. Perego si è domandato se “la cooperazione internazionale realizzata dal nostro Paese con il nuovo Piano Mattei/Meloni in nove Paesi africani (Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Costa d’Avorio, Mozambico, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya) conserva queste caratteristiche di funzione sociale, di mutuo aiuto, cioè di collaborazione alla pari, senza fini di speculazione privata”.

Secondo l’Ansa, ammontano a 600 milioni di euro le risorse messe a disposizione dal “Piano Mattei” per il 2025, a fronte di un continente “che necessiterebbe di 500 miliardi di dollari – ha spiegato l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio -, per garantire accesso all’energia a tutta la popolazione, e 438 miliardi di dollari per investimenti in adattamento entro il 2030, possibile solo con un raccordo con il Piano europeo sull’Africa, che esiste dal 2009. L’attuale Piano non ha alcun riferimento al Piano europeo sull’Africa”.

Nella sua conclusione mons. Perego sottolinea la chiave del suo ragionamento, che esplicita anche l’ambiguità dello slogan “aiutiamoli a casa loro”: “Se le politiche sull’immigrazione e le politiche sulla cooperazione non camminano insieme, contrapponendo il diritto di migrare con il diritto di rimanere nella propria terra e non tutelando entrambi, si annullano, aggravando la situazione dei migranti e dei Paesi d’origine”.

 

(foto: Festival della Migrazione)

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