Decreto flussi, Migrantes ascoltata dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera

24 Ottobre 2024 – La Fondazione Migrantes è stata ascoltata oggi dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera in merito al cosiddetto “decreto flussi” (D.L. 145/2024). La constatazione di fondo, al di là dell’ampiezza delle quote, è che il decreto flussi come unica modalità di ingresso legale dei lavoratori stranieri in Italia non soddisfa la domanda di manodopera di industriali, agricoltori, artigiani, operatori del turismo e famiglie. E neppure l’urgenza di regolarizzare decine di migliaia di lavoratori già presenti sul territorio italiano (se ne stimano oltre 500.000) e di non crearne altri.

L'aula della Commissione Affari Costituzionali della Camera.
L’aula della Commissione Affari Costituzionali della Camera.
Nuovo art. 18-ter depotenzia l’art. 18 del Testo Unico sull’Immigrazione

Tra le osservazioni sottoposte all’attenzione della Commissione dal direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, il primo appunto riguarda la prevenzione e il contrasto allo sfruttamento lavorativo dei lavoratori migranti, per cui già esistono norme ad hoc, in particolare il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale ex art. 18 del Testo Unico sull’Immigrazione (D. Lgs. n. 286/1998), che andrebbero innanzi tutto applicate. È stato scelto invece di inserire un nuovo articolo 18-ter, che “pone il lavoratore sfruttato davanti alla scelta di dover contribuire utilmente all’emersione del fatto e all’individuazione dei responsabili” come ulteriore condizione per ottenere il permesso. Il rischio è l’inapplicabilità di fatto delle tutele previste dall’articolo 18.

Nessuna figura di garanzia rispetto al controllo dei “dispositivi e supporti elettronici”

La possibilità da parte delle Forze dell’Ordine di controllare i cellulari dei migranti (“dispositivi e supporti elettronici”) a scopo d’identificazione appare una “misura che lede la privacy e la libertà personale”. Tra il ruolo da “passacarte” cui sarebbe relegato il Giudice di Pace e la presenza di un mediatore culturale in luogo di un interprete, nell’insieme si nota l’assenza di una figura di garanzia.

Vincoli alle ONG impediscono salvataggi e controlli

La stretta sulle misure di sicurezza per i mezzi di soccorso delle ONG si tradurrà in minori possibilità di soccorso in mare dei migranti, ma anche nell’impossibilità di controllo da parte della società civile, soprattutto sulle attività della Guardia costiera libica e tunisina.

Gli altri rilievi e le proposte della Fondazione Migrantes

Tra gli altri rilievi, si segnala l’assenza di previsioni sul tema degli alloggi per i lavoratori stranieri e di misure fiscali che agevolino datori di lavoro ed enti locali nella ristrutturazione di abitazioni o di edifici pubblici abbandonati per i lavoratori. Manca anche del tutto una parola sulle criticità che affrontano i richiedenti asilo che lavorano. Viene infine avanzata la proposta di valutare l’inserimento di un titolo di soggiorno per la formazione professionale, per candidati già presenti sul territorio italiano.

Il testo integrale dell’intervento di fronte alla Commissione.

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