“LI HO VISTI SALVARE VITE NEL MARE DELL’INDIFFERENZA”

30 Agosto 2024 – Con una barca a noleggio di 15 metri il desiderio di essere in mezzo al Mediterraneo centrale per stare accanto a chi quotidianamente salva vite umane si è realizzato. Vedendo con i propri occhi, testimoniando la professionalità dei soccorritori delle navi Ong, il cuore generoso di chi indipendentemente dal credo religioso vuole tendere una mano al fratello che soffre. «Non lasciandoli annegare in un mare di indifferenza», spiega Don Alessandro Messina, 65 anni, direttore dell’ufficio pastorale Migrantes di Fano a bordo insieme a volontari, mediatori culturali, fotografi, nella prima missione di monitoraggio a supporto della Mare Jonio di Mediterranea. «Non si è trattato di una barca della Conferenza episcopale italiana, ma del supporto della Fondazione Migrantes all’iniziativa di una chiesa locale, quella di Fano, per favorire una migliore informazione sul fenomeno migratorio, scevra di pregiudizi e polarizzazioni», ha precisato Monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della fondazione Migrantes.

Sono state 182 le persone salvate dalla Mare Jonio tra sabato 24 e domenica 25 agosto. Tre imbarcazioni in tre distinte operazioni di salvataggio. La prima nei confronti di un barcone in legno con 67 migranti tra cui 16 donne e bambini, altre 50 persone salvate nella seconda imbarcazione, fino all’ultimo salvataggio dove su poco più di 60 persone 45 erano minori non accompagnati. Don Sandro questo viaggio della testimonianza lo rifarebbe altre mille volte. «È importante vedere cosa accade. Inizialmente siamo stati subito colpiti dalla professionalità e dalla preparazione dei soccorritori spesso ingiustamente accusati, da martedì abbiamo aspettato il miglioramento delle condizioni meteo per poi salpare da Trapani venerdì. Nel momento dei soccorsi i abbiamo visto la delicatezza di come i Rhib della Mare Jonio si avvicinavano alle barche in difficoltà, senza creare agitazioni a bordo, con la freddezza necessaria per portare a termine la missione. È la passione verso l’umanità da soccorrere», racconta Don Sandro.

Dopo l’ultimo salvataggio l’equipaggio di Migrantes è salito a bordo della Mare Jonio e ha incontrato i volti dei naufraghi: «La prima cosa che dicevano era no Libia, mostravano i segni delle bastonate sui loro corpi, avevamo davanti storie di persone che erano state vendute due, tre volte per un business che alimentiamo noi con accordi politici», aggiunge ancora Don Sandro che mai dimenticherà la gioia e i sorrisi delle persone salvate. Durante la missione aggiunge il direttore di Migrantes Fano è stato documentato anche come Malta non abbia risposto alla tempestiva richiesta dei soccorsi in quelle che erano acque di responsabilità maltesi. Una missione raccontata nel giorno in cui il Papa torna a chiedere giustizia per i migranti durante l’udienza generale in piazza San Pietro: «Per accompagnare il popolo nel cammino della libertà, Dio stesso attraversa il mare e il deserto; non rimane a distanza, no, condivide il dramma dei migranti, è lì con loro, soffre con loro, piange e spera con loro. Il Signore è con i migranti, non con quelli che li respingono». Quando si respinge ha detto il Pontefice « è un peccato grave».

In queste ore dal Mediterraneo continuano ad arrivare richieste di Sos da imbarcazioni di migranti a rischio naufragio. Le Ong impegnate in mare vengono però continuamente ostacolate dal governo, ieri la barca a vela Nadir della Ong Resqship ha raggiunto un gommone con 43 persone che erano già in mare dopo la segnalazione dell’areo di ricognizione Seabird di Sea Watch. Nel frattempo la Geo Barents di Medici Senza Frontiere è stata bloccata in porto a Salerno dalle autorità italiane con un fermo di 60 giorni. L’accusa è di presunte violazioni delle norme di sicurezza marittima, lasciando così ancora una volta il Mediterraneo centrale privo di assetti di soccorsi. «È la ventitreesima volta che una nave di soccorso umanitario viene fermata per via del decreto Piantedosi concepito per ostacolare le attività delle Ong in mare», ha dichiarato Riccardo Gatti, responsabile del team di ricerca e soccorso a bordo della Geo Barents.

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