25 Marzo 2024 – Lampedusa – Nuovo naufragio di migranti, questa volta in acque internazionali, con tre dispersi. Le vittime sono un siriano, un bengalese e un etiope, caduti in mare, durante le operazioni di trasbordo dalla barca di circa 12 metri su cui viaggiavano alla nave cargo petroliera Vault. L’equipaggio è, invece, riuscito a portare in salvo fino a Lampedusa gli altri 139 migranti fra cui una donna. Il natante sarebbe partito da Sabratha, in Libia alle due di notte. Il naufragio è il terzo in altrettanti giorni e i dispersi complessivamente salgono a cinque, fra cui una bimba di 15 mesi e un ragazzo di 15 anni. I poliziotti della squadra mobile di Agrigento nelle prossime ore interrogheranno i 139 superstiti per provare a ricostruire l’episodio. Ieri su disposizione della prefettura agrigentina, con i due traghetti di linea per Porto Empedocle, erano stati trasferiti 680 migranti complessivamente. Il barcone di 12 metri è stato lasciato alla deriva. Molti dei 139 hanno già riferito di avere pagato da 3 mila a 7 mila dollari per imbarcarsi sul natante.
E si è concluso intorno all’una di questa notte anche lo sbarco a Pozzallo di 113 migranti, (non 114 come si era appreso in precedenza), messi in salvo dalla nave Mare Jonio attrezzata da Mediterranea Saving Humans. I controlli sanitari a bordo, prima del medico dell’Usmaf (l’ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera), Vincenzo Morello e poi in banchina dall’Azienda sanitaria provinciale, hanno portato al trasferimento per controlli di routine al reparto di Neonatologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, una bimba di 21 giorni accompagnata dalla mamma (viaggiava anche con il papà e una sorellina di 3 anni).
All’ospedale Maggiore/Baglieri di Modica, invece, è stato trasferito un uomo per una sospetta frattura costale. Nel gruppo delle persone messe in salvo, anche un’altra famiglia – mamma, papà e bimbo di 3 anni – e tra i 14 minori maschi, due ragazzini, 12 e 14 anni che viaggiavano da soli, senza alcun accompagnatore. Al termine dei controlli che hanno rilevato la presenza tra i migranti di una altissima percentuale di infezione da scabbia, la nave Mare Jonio non ha ottenuto la cosiddetta “libera pratica”. Dovrà esserci una disinfestazione a bordo. Già oggi interverrà una ditta specializzata. Una volta completate le procedure avverrà una nuova ricognizione e, a seguire, sarà rilasciata l’autorizzazione che permetterà alla nave di riprendere il mare.