27 Febbraio 2023 – Crotone – Ancora una volta il nostro mare è diventato una tomba, di vite e di speranze. Ancora una volta una tragedia immane si consuma davanti ai nostri occhi. Si mette in moto la macchina dei soccorsi, fatta di operatori che sanno esprimere grande professionalità, di volontari instancabili, di gente che accorre spontaneamente per offrire quel che serve. Questo però non basta, non più. Non è più tollerabile che giovani vite siano inghiottite dalle onde e dalla nostra incapacità di mettere in atto, come comunità sociale, risposte strutturali, durature, di ampio respiro, perché non si debba più assistere al naufragio dell’umanità.
“Sono appena tornato dal luogo della tragedia – ha detto l’arcivescovo di Crotone – Santa Severina, mons. Angelo Panzetta, che si è recato ieri pomeriggio a Steccato di Cutro – e ho nel cuore una certa indignazione. Vedere quasi sessanta buste piene di esseri umani che avrebbero potuto essere accolti diversamente ci dà da pensare e riempie il cuore di tristezza”.
“Nella tradizione cristiana la persona umana è il diritto sussistente, poi vengono tutte le altre normative umane”, ha continuato il Vescovo. Questo ci fa avvertire tutto il senso di responsabilità per la vita di queste persone, nostri fratelli in umanità, che sono semplicemente alla ricerca di condizioni di vita migliori. Esercitano un diritto fondamentale, che viene loro negato perché non si è scelto ancora di mettere in atto misure efficaci, che garantiscano loro un viaggio sicuro e un’accoglienza dignitosa. Questo è un dovere morale fondamentale. Ogni ordinamento umano degno di questo nome, non può che rispettare questo valore imprescindibile. (Francesco Gentile)