8 Febbraio 2023 – Roma – Pellegrini di dignità e di speranza. Testimoni di quei volti solcati dalla sofferenza di diritti negati e “megafoni” di quelle voci spesso inascoltate. Sono i giovani impegnati nel contrasto alla tratta in ogni parte del mondo, quindici di loro in rappresentanza del network di associazioni che combatte la tratta coordinato da Talitha Kum (la rete internazionale anti-tratta che conta più 3mila suore, amici e partner) sono riuniti in preghiera e riflessione a Roma per una settimana di incontro e formazione sul-
la tratta di esseri umani. Una settimana che si concluderà con un appello congiunto, con il quale si darà avvio al percorso di preparazione del decimo anniversario della Giornata mondiale di preghiera contro la tratta del 2024. L’iniziativa, coordinata da Talitha Kum, è promossa dalle Unioni delle Superiori e dei Superiori Generali, in partnership con il dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, il dicastero della Comunicazione, la Rete mondiale di Preghiera del Papa, Caritas Internationalis, CoatNet, il Movimento dei Focolari, il Jesuit Refugee Service, l’Unione internazionale delle Associazioni femminili cattoliche (Wucwo), The Clever Initiative, l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, la Federazione internazionale Azione Cattolica, l’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci), il Santa Marta Group, ed ha il supporto del Global Solidarity Fund.
“Camminare per la dignità”, questo invece il tema scelto per la nona Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra oggi, quando si vivrà il momento centrale della settimana con il pellegrinaggio online, nel giorno in cui si ricorda Santa Bakhita, simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la tratta, che inizierà alle 9.30 e attraversando i diversi fusi orari coinvolgerà tutti i continenti. Si parte dall’Oceania, per poi arrivare in Asia, Medio Oriente, Africa, Europa, Sud America, e chiudere alle 16.30 nel Nord America. «Camminare per la dignità è il tema scelto da un gruppo di giovani di tutto il mondo con l’intento di invitare le persone di buona volontà a camminare a fianco delle vittime e sopravvissuti della tratta, in particolare delle popolazioni migranti, come pellegrini della dignità umana e della speranza – sottolinea suor Abby Avelino, coordinatrice della giornata -. Giovani, adulti e bambini, persone di diverse tradizioni religiose, culture e generazioni. Solo insieme,
come comunità, potremo porre fine a questo flagello della tratta. Custodire la dignità di ogni persona, è possibile solo se sappiamo custodire la pace e l’ambiente naturale». In ogni angolo del mondo. Da tutti i continenti, infatti, arrivano i quindici ragazzi che si stanno confrontando in questi giorni. Tra loro c’è Genc Gjoci del Mary Ward Loreto Foundation. Ha 29 anni e viene dall’Albania. «Sono un farmacista, ma ho scelto di occuparmi con la Fondazione delle donne vittime di tratta per passione, perché nel mio Paese ad esempio l’attenzione psicologica alle vittime non è ancora molto diffusa, e chi ne ha bisogno è visto come malato», racconta. L’essere riuniti con chi come lui si oc-
cupa delle vittime «mi aiuta a non sentirmi solo, è una sorta di caricabatterie per me – dice – per affrontare le sfide quotidiane in un Paese, come l’Albania, ancora complesso per certi versi». Come Genc anche Elena Sofia Fanciulli di Caritas Internazionalis ha 29 anni. Per lei occuparsi di tratta significa «prendere parte ad un percorso per la libertà e la dignità di ogni essere umano. Essere qui a condividere idee e sguardi che già sono orientati nella stessa direzione, ci permettono insieme di guardare ancora più in là». Il lavoro di operatore, aggiunge, porta con sé anche la «consapevolezza e la testimonianza di chi non ha voce. Solo insieme possiamo fare la differenza, perché incontrarsi a livello spirituale e politico permette di ragionare insieme sulle azioni internazionali, di conoscere le realtà locali e innescare il circuito del cambiamento». Felicia Kondwani Monjeza viene dal Malawio e rappresenta il Wucwo. Pur lavorando da tempo in questo ambito è ancora impressionata, ammette, «nel conoscere quante persone nel suo Paese sono ancora vittime di tratta. Per questo mi impegno a sostenere la rete per sensibilizzare e pregare per loro e per la fine della moderna schiavitù».
Una esortazione che è risuonata forte lunedì scorso nella parrocchia di Santa Lucia, in zona Prati a Roma, nella veglia ecumenica. La stessa preghiera che venerdì alle 15.30, in via della Conciliazione, porterà il gruppo di danza “Evolution Company of the Holy Dance” e il gruppo di giovani rappresentanti internazionali a organizzare un flash- mob contro la tratta. La settimana si chiude domenica 12 febbraio con la partecipazione alla preghiera dell’Angelus in Piazza San Pietro. (Alessia Guerrieri – Avvenire)