Vangelo Migrante: V domenica del tempo ordinario |Vangelo (Mt 5,13-16)

2 Febbraio 2023 – Voi siete sale, voi siete luce. Sale che conserva le cose, luce che accarezza le cose e ne risveglia i colori e la bellezza.

Nell’immagine Gesù annuncia che dalla buona riuscita della nostra avventura umana e spirituale, dipende la qualità del resto del mondo.

Come fare per vivere questa responsabilità che è di tutti? Meno parole e più gesti. E nei gesti alcuni accorgimenti: non siamo noi ad aver acceso le qualità del nostro sapore e la luminosità dei nostri gesti; né la loro utilità è data per ottenere vantaggi. L’agire annunciato da Gesù è sempre per la gloria di Dio. È Lui che ha creato il buono del sapore e il bello della luce. La testimonianza cristiana è autentica quando rimanda al Padre dei cieli, altrimenti è inutile e dannosa come il sale che diventa insipido e come una lucerna posta sotto il moggio. Un agire intriso di autoreferenzialità o sempre alla ricerca di approvazione svuota di senso le stesse azioni dando origine a macroscopici abbagli, a picchi di ‘entusiasmo immotivato’ destinato a non durare e a non servire.

Il discepolo si preoccupa esclusivamente di far conoscere questo Dio origine e fonte. Nella sua autentica fedeltà alla gloria di Dio, e non alla sua, risiede la riuscita e il senso di quello che fa. Il discepolo è pienamente consapevole di essere limitato ma sa bene che la sua unica ricchezza è Dio.

Quanti hanno l’occasione di incontrare questo sapore e questa luminosità sono naturalmente scossi e inevitabilmente si interrogano sui motivi che spingono ad agire così.

È il Vangelo ‘sine glossa’ del poverello di Assisi di cui si racconta che un giorno invitò fra’ Ginepro ad uscire con lui e a predicare. In risposta, fra’ Ginepro gli manifestò la sua nota inadeguatezza al compito ma, vista l’insistenza di Francesco, acconsentì. Girarono per tutta la città pregando in silenzio, sorridendo ai bambini, accarezzando i malati e aiutando qualche donna a portare dei pesi. Dopo aver attraversato più volte la città arrivò l’ora di rientrare. Fra Ginepro chiese: “e la nostra predica?”.  “L’abbiamo fatta, l’abbiamo fatta” rispose il santo.

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