Vangelo Migrante: Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo| Vangelo (Lc 23,35-43)

17 Novembre 2022 – Che Dio è un Dio che muore? E per di più, di una morte infamante come la croce, maltrattato e deriso: ‘guardatelo, il Re!’ I più scandalizzati sono i devoti osservanti: “ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto”. Si scandalizzano i soldati, gli uomini forti; come a dire: ‘se sei il re, usa la forza!’ E per bocca di uno dei crocifissi, ritorna con prepotenza anche la tentazione del deserto: “non sei tu il Cristo? salva te stesso e noi”.

Fino all’ultimo Gesù deve scegliere quale volto di Dio incarnare: quello di un messia di potere, secondo le attese di Israele, o quello di un Re che sta in mezzo ai suoi come colui che serve? Il messia dei miracoli e della onnipotenza, o quello della tenerezza e del perdono?

E sceglie. Ce lo dice l’assassino che prova un moto compassione per Lui e vorrebbe difenderlo pur nella sua impotenza di inchiodato a morte. In risposta all’altro detrattore, urla: “non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?”. Egli vede Gesù nella loro stessa pena.

Eccolo il Re: è dentro il nostro patire, è crocifisso in tutti i crocifissi della storia, naviga nel fiume di lacrime che scorre nel mondo, o tra le onde che solcano mari in cerca di approdo, entra nella morte perché là entra ogni figlio di Dio. E mostra come il primo dovere di chi ama è di essere insieme con l’amato. “Non ha fatto nulla di male!”: questo è Gesù! Niente di male, per nessuno, mai, solo bene, esclusivamente bene.

E fa del bene fino alla fine: perdona, si preoccupa non di sé ma di chi gli muore accanto. Anche sull’orlo della morte, stabilisce un momento sublime di comunione che diventa via al cielo: “ricordati di me quando sarai nel tuo regno”, gli chiede uno dei due compagni di sventura. Gesù non solo si ricorda, ma lo porta via con sé, se lo carica sulle spalle, come fa il pastore con la pecora perduta e ritrovata, perché sia più leggero l’ultimo tratto di strada verso casa: “oggi sarai con me in paradiso”. La salvezza è un regalo, non un merito.

I re, per come li intende il mondo, la vita la chiedono ai sudditi. Mandano in guerra gli eserciti e garantiscono la vita di tutti salvando la propria!

Per Gesù no: Lui è la Via e la fa con noi, la verità e la condivide con noi, la vita e ce la dona!

Qualunque sia il nostro passato: questa è la Buona Notizia di Gesù Cristo, Re dell’Universo. (p. Gaetano Saracino)

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