26 Ottobre 2022 – Roma – Nel corso del 2021 sono stati rilasciati in Italia 241.595 nuovi permessi di soggiorno, con un aumento del 127% dopo il minimo storico registrato l’anno precedente a causa della pandemia. L’incremento riporta il numero di ingressi sui valori registrati nel 2018. Lo certifica l’Istat nel Report sui cittadini non comunitari in Italia. Per l’istituto di statistica italiano sono tornati a crescere i nuovi documenti concessi per asilo: ne sono stati emessi quasi 31 mila (+129% rispetto al 2020), un numero superiore anche a quello registrato nel 2019. Tuttavia, in termini relativi i permessi per asilo e altre forme di protezione hanno, sul totale dei nuovi rilasci, una minore importanza rispetto al 2019 (12,8% contro 15,6%) perché, a seguito del provvedimento di regolarizzazione emanato nel 2020 (art. 103 del D.L. 34 del 2020), sono cresciuti notevolmente i permessi per lavoroi.
Nel 2021 sono infatti 51.019 i nuovi documenti rilasciati per lo svolgimento di attività lavorativa, più di quanti ne erano stati emessi in tutto il quadriennio precedente (meno di 48.500), e rappresentano oltre il 21% dei nuovi permessi rilasciati, una quota record visto che dal 2015 non avevano mai superato il 10% del totale dei nuovi rilasci.
I permessi per studio concessi, pari a 17.603 nel 2021, risultano – secondo l’Istat – più che raddoppiati rispetto all’anno precedente ma non sono ancora tornati ai livelli del 2019 e del 2018, quando superavano i 20 mila. Raddoppiati anche i permessi per famiglia che tornano sopra le 122 mila unità e fanno registrare, in termini assoluti, il picco più alto dal 2012 a oggi.
Il numero di nuovi ingressi cresce per tutte le principali collettività ma il primato spetta all’Ucraina che registra un +209% tra il 2020 e il 2021 (contro un aumento medio di +127%), l’incremento più alto tra le prime dieci collettività. Per i cittadini ucraini in valore assoluto passano da 3.264 a 10.087, in larga parte rilasciati per motivi di lavoro: rappresentano infatti oltre il 52% di quelli nel complesso concessi nell’anno a persone di questa cittadinanza.
Altra novità, conseguente alla Brexit, è la presenza del Regno Unito tra le prime dieci collettività non comunitarie per numero di ingressi. Si può però ipotizzare che dietro a una quota elevata di “nuovi documenti” ci siano in realtà individui, già da tempo presenti sul territorio italiano, i quali hanno dovuto richiedere un documento di soggiorno a seguito dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Escono invece dalla graduatoria gli Stati Uniti per i quali la nutrita presenza studentesca non ha ancora ripreso i livelli del periodo precedente la pandemia. In generale, per tutte le prime dieci collettività, il principale motivo di ingresso in Italia è il ricongiungimento familiare (a cui si riferisce quasi il 73% degli ingressi di cittadini marocchini durante il 2021). Fanno eccezione il Pakistan, i cui cittadini richiedono maggiormente protezione internazionale (oltre il 41% dei nuovi documenti rilasciati), e la Nigeria (oltre il 39%). Per la Cina tornano elevati gli ingressi per studio che coprono il 29,8% dei permessi emessi nel 2021. Molto rilevanti per alcune cittadinanze anche i permessi rilasciati per motivi di lavoro che vedono in testa alla graduatoria, oltre l’Ucraina, anche India (37,7% del totale dei nuovi ingressi) e Cina (circa il 30,6%).