9 Ottobre 2022 – Città del Vaticano – Papa Francesco ha proclamato santi i beati Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti, pronunciando la formula di rito all’inizio della messa a Piazza San Pietro.
Giovanni Battista Scalabrini nacque l’8 luglio 1839 a Fino Mornasco, in provincia di Como (Italia). Nel 1863 fu ordinato sacerdote. Nominato parroco nella periferia della città, sviluppò una peculiare sensibilità per i problemi sociali e l’educazione dei giovani.
Giunse nel 1876, all’età di 36 anni, la sua nomina a Vescovo di Piacenza. Gli inizi rivelarono subito i tratti caratteristici di tutto il suo ministero episcopale: attenzione al clero e ai seminaristi, vicinanza alla gente, preoccupazione per l’insegnamento del catechismo, carità verso i bisognosi. Con zelo e lungimiranza straordinari raccolse la sfida pastorale dell’emigrazione di famiglie e lavoratori locali verso gli Stati Uniti e il Sud America, così da ideare e realizzare il progetto di un’adeguata assistenza religiosa dei migranti. Con l’approvazione di Papa Leone XIII ebbe inizio nel 1887 a Piacenza la Congregazione dei Missionari di San Carlo, che egli fondò. Scalabrini istituì anche un’associazione laicale, la “San Raffaele”, per l’aiuto ai migranti nei porti di imbarco e sbarco. Diede poi vita, nel 1895, alla Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo. Fra il 1901 e il 1904 visitò i missionari nei luoghi del loro apostolato. Tornato dal Brasile, il disturbo di salute, di cui soffriva da tempo, si aggravò e il 1° giugno 1905 rese l’anima a Dio. Lo zelo pastorale del Vescovo di Piacenza, vero uomo di fede, fu espressione di una carità ardente, che lo spinse a riconoscere l’importanza e la complessità del fenomeno migratorio nelle società moderne. Il suo insegnamento anima ancora oggi i cattolici all’impegno verso i migranti e rifugiati, per la costruzione della fratellanza universale. Fu beatificato da Giovanni Paolo II il 9 novembre 1997.
Artemide Zatti nacque a Boretto, in provincia di Reggio Emilia (Italia), il 12 ottobre 1880. Costretta dalla povertà, la famiglia emigrò in Argentina quando Artemide era adolescente, e si stabilì a Bahía Blanca. Il giovane frequentava la parrocchia retta dai Salesiani e si accese in lui il desiderio di farsi religioso. All’età di 20 anni partì quindi per Bernal come aspirante. Assistendo un sacerdote malato, contrasse la tubercolosi; di conseguenza venne trasferito a Viedma, dove si trovava un ospedale missionario. Artemide, su suggerimento del Padre Evasio Garrone, promise che, se fosse guarito, avrebbe dedicato la vita ai sofferenti. Per intercessione di Maria Ausiliatrice, guarì.
Il 18 febbraio 1911 emise la professione perpetua come salesiano laico e subito si mise al lavoro con i malati, prima distribuendo i farmaci, poi nella gestione di tutto l’ospedale di Viedma. Soprattutto vi lavorò come infermiere, stimato da pazienti e medici. Per assistere gli ammalati a domicilio girava in bicicletta per la città e oltrepassava anche il Rio Negro per raggiungere Patagones. Vestito del grembiule e portando la borsa con medicine e strumenti, teneva con una mano il manubrio e con l’altra sgranava il Rosario. Amava servire quelli che non avevano niente, nei tuguri della periferia. Con la sua fedeltà e letizia, conquistava tutti. Incarnò quanto don Bosco aveva detto ai suoi primi missionari partiti per l’America: «Abbiate cura speciale degli infermi, dei bambini, degli anziani, dei poveri, e vi guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini».
Nel 1950 comparvero in lui i segni di una grave malattia, che visse con eroismo fino alla morte, avvenuta il 15 marzo 1951. Primo salesiano coadiutore non martire, Artemide Zatti è stato beatificato il 14 aprile 2002.