Rapporto Immigrazione Caritas Italiana e Fondazione Migrantes: povertà: i cittadini stranieri sono l’utenza prevalente dei Centri d’ascolto Caritas

7 Ottobre 2022 – Roma – Le persone di origine straniera che sono transitate nel corso del 2021 nei Centri di Ascolto della Caritas (CdA) sono state 120.536. Sul totale, gli stranieri incidono per il 55% e rispetto allo scorso anno aumentano di tre punti percentuali sul totale dell’utenza (nel corso del 2020 erano stati pari al 52%) e del +13,3% in termini di valori assoluti. Si conferma dunque, il loro prevalente protagonismo fra le persone che si rivolgono ai CdA. E’ quanto emerge dal rapporto Immigrazione di caritas Italiana e Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma. Nelle regioni del Nord e del Centro Italia il volto delle persone prese in carico dalla Caritas coincide per lo più con quello degli stranieri (in queste macro-aree gli immigrati rappresentano rispettivamente il 64,1% e il 56,8%); nel Mezzogiorno, invece, dove si registrano più alti livelli di povertà e di disoccupazione e, al contempo, un minore peso della componente straniera residente, le storie intercettate sono per lo più di italiani e gli stranieri costituiscono una quota ridotta, pari al 28,5%.

Gli utenti stranieri della Caritas appartengono a 189 diverse nazionalità, ma, come per l’anno precedente, il podio spetta a tre nazionalità: Marocco (21.177 persone, pari al 18,1%), Romania (9.450, 7,8%) e Nigeria (8.844, 7,3%). Si conferma una diminuzione degli stranieri provenienti dall’Europa dell’Est, a fronte di un incremento degli africani: il 48,8% delle presenze (sopra il migliaio di unità) proviene dal continente africano, con una forte incidenza delle nazioni maghrebine e nordafricane, che raggiungono da sole il 25,6% delle presenze.

Dall’analisi e dalla comparazione dei bisogni espressi sia dagli utenti di nazionalità italiana che straniera, emerge che: l’incidenza della povertà economica tra gli stranieri (78,0%) è di poco inferiore a quella registrata tra gli italiani (82,4%); i problemi lavorativi coinvolgono quote simili di italiani e stranieri (48,1% e 48,3%); i problemi abitativi appaiono più diffusi tra gli utenti di nazionalità non italiana (24,6% contro il 17,1%); le problematiche familiari (separazioni, conflitti, abbandono, maltrattamenti, maternità indesiderate, morte di un congiunto, ecc.) sono molto più diffuse tra gli italiani (18,2%) che tra gli stranieri (8,9%); come ovvio, i bisogni determinati dalla migrazione sono presenti all’interno della componente straniera (14,7%), e riguardano in modo particolare problematiche legate a questioni inerenti alle domande di asilo/permessi di soggiorno, alla irregolarità giuridica e/o problemi burocratici/amministrativi. Da quasi un decennio quest’ultimo tipo di problemi risulta in forte aumento, anche a causa di una maggiore capacità di intercettazione dei casi da parte di alcune Caritas diocesane; poco diffuse, nel complesso, alcune problematiche che trovano risposta presso contesti assistenziali diversi dai Centri di Ascolto (dipendenze, carcere, handicap, ecc.).

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