Migranti, in 800 sulle navi umanitarie, ancora senza posto

20 Settembre 2022 – Milano – C’è sempre più tensione e disperazione a bordo della nave Ong Humanity 1, con a bordo 398 persone e in ancora in attesa di un porto sicuro da ormai due settimane. Domenica un naufrago si è buttato giù dalla nave in preda alla disperazione mentre le famiglie di tre bambini venivano evacuate per ragioni mediche dalle autorità italiane.

«L’acqua potabile finirà entro la metà della settimana e anche le scorte di cibo», dicono dal team, spiegando che «i 55 bambini sotto i 13 anni e i 110 minori non accompagnati stanno soffrendo particolarmente », mentre «le malattie infettive continuano a diffondersi». Il naufrago più giovane ha appena undici mesi. La nave umanitaria ha cercato riparo dal maltempo al largo delle coste siciliane e sono già 18 le richieste inoltrate alle autorità competenti rimaste tutte sinora senza esito.

«La legge dice che ogni bambino che cerca protezione deve essere curato – spiega Pietro, volontario di Sos Humanity adesso a bordo della nave –. I minori non accompagnati sono più a rischio e, quindi, necessitano di maggiori cure e protezione rispetto agli adulti». Molti dei bambini a bordo soffrono di febbre, diarrea e stanchezza. Anche l’equipaggio è allo stremo delle forze. «Una nave di soccorso può fornire solo aiuti di emergenza e non è progettata per prendersi cura adeguatamente di circa 400 persone per un lungo periodo di tempo – aggiunge il capo delle operazioni navali di Sos Humanity, Till Rummenhohl –. Non solo stiamo finendo l’acqua dolce, che è già razionata da giorni, ma le malattie infettive dilaganti ora si stanno diffondendo anche tra l’equipaggio. È irresponsabile che non otteniamo un porto immediatamente ». Sono trascorse quasi due settimane dal primo salvataggio dell’equipaggio dell’Humanity 1 e sei giorni dall’ultimo. Sedici persone sono state evacuate per motivi di salute lo scorso fine settimana.

Altri 402 sono ancora a bordo dell’altra nave umanitaria, la Open Arms che anche ieri ha effettuato l’ennesimo soccorso nel Mediterraneo centrale. Ha salvato in acque internazionali un barchino in difficoltà con 30 migranti. A bordo della nave umanitaria ci sono adesso oltre 400 persone e il cadavere di un migrante recuperato nei giorni scorsi quando il team ha tratto in salvo 59 naufraghi, tra cui 6 bimbi, da una piattaforma petrolifera. Domenica mattina all’alba l’ennesima operazione: in 294 sono stati soccorsi dopo essere rimasti quattro giorni alla deriva. Tra loro anche 49 donne e 60 bambini. «Per due giorni sono rimasti senz’acqua chiedendo aiuto» racconta Oscar Camps, fondatore della Ong spagnola. Diversi i casi di disidratazione. «Ancora un giorno e sarebbero morti».

Domenica scorsa altre 250 persone sono state soccorse dalla guardia costiera su un peschereccio in difficoltà al largo di Portopalo, nel Siracusano. Due mercantili coinvolti, prima la Arianna, maltese, che poi ha lasciato la scena alla Msc Lauren, una grande portacontanier di bandiera panamense che ha fatto da scudo protettivo limitando onde e vento, per il salvataggio. Una operazione complessa: quattro ore in cui si è operato in condizioni meteo marine proibitive. Nella settimana che si è appena conclusa, sono in tutto 1.062 i migranti partiti dalle coste libiche per raggiungere l’Europa (16.506 da inizio anno mentre erano 32mila un anno fa). Secondo gli ultimi dati aggiornato dall’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, sono in tutto 662 i migranti morti da gennaio ad oggi lungo la rotta centrale del Mediterraneo (tra Libia e Italia) ma ce ne sono altri 891 che risultano dispersi. (D. Fas. – Avvenire)

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