15 Settembre 2022 – Si sa che l’arte di cavarsela è molto applicata nelle ambigue imprese di questo mondo. Lo è molto meno nella grande impresa della salvezza eterna. Per questo Gesù ci riprende per come siamo più pronti a salvarci dai mali mondani che dal male eterno.
E racconta la parabola di un fattore disonesto che, chiamato a rendere conto al padrone della sua amministrazione, si vede costretto a fare sconti a destra e a manca, ai debitori del suo padrone perché costoro da lì a poco, il giorno in cui sarà licenziato, lo possano accogliere; la parabola, tuttavia, non dice se resta o viene licenziato…
Per le logiche umane, il racconto è sconclusionato perché pur dinanzi ad un comportamento che è disonesto a tutto campo, il padrone finisce comunque per lodarlo: “i figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”.
Qualcosa non torna.
Siamo in una parabola e il discorso pur muovendo dalle cose di questo mondo, non rimane nelle logiche di questo mondo ma si porta nella logica di Dio. E quindi: se quel padrone è Dio, i suoi beni non sono i denari per come li intendiamo noi ma per come li intende lui; per Dio la vera ricchezza, simboleggiata anche dal denaro, è la misericordia!
E quell’amministratore cosa fa? Fa sconti, rimette i debiti … ai debitori del padrone. In questo, è un amministratore di misericordia perché capisce che l’unica salvezza per lui è rimettere i debiti.
Umanamente è un discorso ‘utilitaristico’ ma per come lo usa Gesù, sotto forma di parabola, spiega meglio di tante parole qual è l’unica logica Dio: la vera ricchezza è la misericordia e, se c’è di mezzo il denaro, o è per fare misericordia o sarà per i traffici disonesti e basta.
Questo testo è un’immensa spiegazione narrativa di un testo dell’AT: “l’elemosina copre una moltitudine di peccati”. Noi nella vita non saremo mai perfetti nè riusciremo ad aggiustare tutto della nostra amministrazione … Sappiamo solo che alla fine i conti non torneranno mai. Come salvarsi? Abbassando i conti e tagliando le pretese.
Come distinguere il servire Dio dal servire la ricchezza? Far sì che la ricchezza serva Dio e non il contrario. Il denaro serve per amare, per perdonare; il denaro va messo al servizio della volontà di Dio. Per Dio non esistono né ‘assoluti’ nè fermezze che non contemplino la misericordia.
È un Vangelo che ci insegna la strada: cancellare i crediti, rimettere i peccati perché questo ci apre le porte dei cieli. (p. Gaetano Saracino)