Mons. Perego: mettere al primo posto l’accoglienza

16 Agosto 2022 – Ferrara – “La donna è il segno della vita, una vita sempre minacciata – è il segno del drago – dal male, dalla violenza, dalla prepotenza. Ieri come oggi, sempre.  Ma la vita trionfa, anche se deve fuggire lontano, nel deserto”. E’ quanto ha detto ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, in occasione della Festa dell’Assunta nell’Abbazia di Pomposa. La pagina dell’Apocalisse, letta durante la liturgia, “la vediamo rappresentata in tante madri che fuggono dalle guerre, dai disastri ambientali, dalla violenza, dalla miseria e desiderano far nascere il proprio figlio e proteggerlo”. Una pagina che aiuta ad immaginare la casa del padre “ricca dei simboli della storia della salvezza, in particolare l’arca dell’alleanza, segno di un Dio che ha accompagnato il cammino del suo popolo passo dopo passo. Accanto all’arca c’è una donna, che sta per avere un figlio e grida per le doglie. Voi madri presenti comprendete queste parole, questo grido di dolore che accompagna la vita”. Questa pagina dell’Apocalisse – ha aggiunto il presule che è anche presidente della Fondazione Migrantes – è “rappresentata in tante madri che fuggono dalle guerre, dai disastri ambientali, dalla violenza, dalla miseria e desiderano far nascere il proprio figlio e proteggerlo. Madri che talora subiscono violenze, abbandoni, rifiuti dai nuovi draghi, che mettono al primo posto l’interesse più che l’accoglienza, il rifiuto più che l’incontro, il profitto più che il lavoro, la guerra più che la pace, la morte più che la vita. Il mare, il deserto diventano per loro talora luoghi di morte e non di vita, in una fuga che non ha approdo. Dio, invece non abbandona, ma dona rifugio: in questa e nell’altra vita. E’ il nostro rifugio, la nostra vita”. (R.Iaria)