6 Maggio 2022 –
Modena – Nel mese di marzo, dopo due anni di pausa forzata dal covid, è ripartito il doposcuola organizzato da Migrantes a favore dei bambini sinti del campo di Carpi. L’ iniziativa è nata quattro anni fa per dare un sostegno ai bambini che frequentano la scuola primaria, e iscritti al tempo pieno, si trovano ad affrontare l’ impegno dei compiti solo nel weekend.
Dopo un iniziale progetto il doposcuola si è mantenuto grazie alla disponibilità dei volontari che, affezionatisi ai bambini, hanno continuato ad incontrarli e a seguirli nei compiti durante l’ estate. Con l’ arrivo dei mesi autunnali però, si è vista l’ esigenza di trovare un ambiente al chiuso, dove il gruppetto affiatato, di circa dieci persone, potesse continuare a incontrarsi nonostante le intemperie; così, Migrantes, in rete col Comune di Carpi e il CPIA (Centro Provinciale Istruzione Adulti), ha firmato una convenzione per l’ uso gratuito di una sala all’ interno dell’ istituto, che si trova nei pressi del campo – posizione ottimale perché permette lo spostamento dei bambini a piedi.
L’ Assessorato all’ istruzione condivide questa attività, vista come possibile input per la promozione umana degli adulti del campo, in vista di una sperata ripresa degli studi nei casi di abbandono pre-diploma, così come è fortemente sostenuta dal CPIA di Carpi, come antidoto all’ abbandono scolastico, una possibilità purtroppo molto diffusa in questa popolazione, non certo, ci spiegano gli esperti, per motivi culturali. I motivi, documentati dagli studi di Leonardo Piasere, antropologo esperto di cultura rom e sinta, professore all’ Università di Padova, sono perlopiù esogeni: i pregiudizi e le discriminazioni subiti da sempre dal popolo nomade, costretto all’ emarginazione da secoli, e più recentemente da accordi internazionali inapplicati (vedi Marcella Delle Donne, antropologa, alla Sapienza di Roma) sono determinanti quando subiti in età infantile, età in cui la percezione del sé si costruisce nella socializzazione, e nell’ esperienza di reciproca accettazione. Quando questo tipo di vissuto è negativo, (come documentano gli studi del prof. Sbracci, sociologo dell’ università di Bologna) e le proprie qualità personali faticano ad emergere, perché inquadrati in una visione stereotipata che si fatica a “bucare”, la reazione può facilmente essere di rifiuto del contesto, in risposta al rifiuto subito.
Migrantes accompagna il percorso scolastico dei bambini e dei ragazzi sinti del territorio, in un contesto accogliente e positivo, con volontari competenti e affezionati, in collegamento diretto con la cooperativa Giravolta che a sua volta lavora in sinergia con la scuola e li segue nelle attività scolastiche del mattino: lo scopo comune è di far crescere in loro la fiducia nelle proprie capacità, compromessa anche per essi da due anni di pandemia e saltuaria frequenza scolastica, nella penuria di device e collegamenti rete. L’ azione pastorale di Migrantes mira a collaborare con enti e istituzioni del territorio per ristabilire una condizione di equità, ricostruire nel tempo ciò che la pandemia ha bloccato e coltivare una cultura di accoglienza della diversità, attraverso la reale conoscenza dell’ altro come persona portatrice di valori. (Elena Zuffolini – Migrantes Interdiocesana Carpi e Modena).
Dopo un iniziale progetto il doposcuola si è mantenuto grazie alla disponibilità dei volontari che, affezionatisi ai bambini, hanno continuato ad incontrarli e a seguirli nei compiti durante l’ estate. Con l’ arrivo dei mesi autunnali però, si è vista l’ esigenza di trovare un ambiente al chiuso, dove il gruppetto affiatato, di circa dieci persone, potesse continuare a incontrarsi nonostante le intemperie; così, Migrantes, in rete col Comune di Carpi e il CPIA (Centro Provinciale Istruzione Adulti), ha firmato una convenzione per l’ uso gratuito di una sala all’ interno dell’ istituto, che si trova nei pressi del campo – posizione ottimale perché permette lo spostamento dei bambini a piedi.
L’ Assessorato all’ istruzione condivide questa attività, vista come possibile input per la promozione umana degli adulti del campo, in vista di una sperata ripresa degli studi nei casi di abbandono pre-diploma, così come è fortemente sostenuta dal CPIA di Carpi, come antidoto all’ abbandono scolastico, una possibilità purtroppo molto diffusa in questa popolazione, non certo, ci spiegano gli esperti, per motivi culturali. I motivi, documentati dagli studi di Leonardo Piasere, antropologo esperto di cultura rom e sinta, professore all’ Università di Padova, sono perlopiù esogeni: i pregiudizi e le discriminazioni subiti da sempre dal popolo nomade, costretto all’ emarginazione da secoli, e più recentemente da accordi internazionali inapplicati (vedi Marcella Delle Donne, antropologa, alla Sapienza di Roma) sono determinanti quando subiti in età infantile, età in cui la percezione del sé si costruisce nella socializzazione, e nell’ esperienza di reciproca accettazione. Quando questo tipo di vissuto è negativo, (come documentano gli studi del prof. Sbracci, sociologo dell’ università di Bologna) e le proprie qualità personali faticano ad emergere, perché inquadrati in una visione stereotipata che si fatica a “bucare”, la reazione può facilmente essere di rifiuto del contesto, in risposta al rifiuto subito.
Migrantes accompagna il percorso scolastico dei bambini e dei ragazzi sinti del territorio, in un contesto accogliente e positivo, con volontari competenti e affezionati, in collegamento diretto con la cooperativa Giravolta che a sua volta lavora in sinergia con la scuola e li segue nelle attività scolastiche del mattino: lo scopo comune è di far crescere in loro la fiducia nelle proprie capacità, compromessa anche per essi da due anni di pandemia e saltuaria frequenza scolastica, nella penuria di device e collegamenti rete. L’ azione pastorale di Migrantes mira a collaborare con enti e istituzioni del territorio per ristabilire una condizione di equità, ricostruire nel tempo ciò che la pandemia ha bloccato e coltivare una cultura di accoglienza della diversità, attraverso la reale conoscenza dell’ altro come persona portatrice di valori. (Elena Zuffolini – Migrantes Interdiocesana Carpi e Modena).