“Fratelli tutti”: cerimonia interreligiosa nel ghetto di Borgo Mezzanone

5 Aprile 2022 –

Foggia –Si è svolta domenica nella chiesa del ghetto di Borgo Mezzanone, nel foggiano, la cerimonia ‘Fratelli Tutti’, organizzata dalla Fai-Cisl nell’ambito delle iniziative del congresso nazionale. L’incontro ha riunito sotto lo stesso tetto cattolici, musulmani e protestanti, in un momento di preghiera e riflessione sulla pace e l’unità tra i popoli.

«Questo è un tempo che tende a dividerci tutti – ha detto il segretario generale Onofrio Rota intervenendo alla cerimonia – invece noi condividiamo sentimenti e idee, e lo facciamo qui, in un luogo che è simbolo di fatica e solitudine. Pregare insieme qui per molti di noi è un gesto normalissimo, però è anche una scelta molto bella, rivoluzionaria, di coraggio, di fratellanza».

Sullo sfondo dell’iniziativa, un messaggio politico forte contro il caporalato e lo sfruttamento. Da tanti anni, denuncia il sindacato, la politica chiude gli occhi davanti a insediamenti come questi, ma ciò non ha portato nulla di buono per nessuno. Soprattutto, non ha portato nulla di positivo per i migranti, per i lavoratori, per le famiglie che giungono in Italia e in Europa per conquistare una vita dignitosa, libera, felice. «Qui – ha detto Rota – non ci sono prospettive di felicità, possibilità di emancipazione. Non vogliamo che si ripetano le violenze, le morti per il freddo, per i roghi, per la fatica nei campi. Non vogliamo che le persone cerchino lavoro rivolgendosi agli sfruttatori, persone che fingono di essere amici dei lavoratori, ma in realtà sono veri e propri trafficanti di esseri umani». Sono intervenuti alla cerimonia l’imam Zakariya Mutah, Erika Szilagyi, presidente del Consiglio della Chiesa Evangelica Valdese di Foggia, il Pastore Charles Ojieaga, sacerdote della Garden of Jesus Christ Church di Borgo Mezzanone e mons. Franco Moscone, vescovo di Manfredonia, che ha concluso la cerimonia sottolineandone il valore nell’ottica della «comune paternità di ogni persona e di tutta l’umanità, nella prospettiva che dobbiamo imparare a non fare più la guerra, a trasformare le lanci in falci e le spade in aratri, a trasformare i nostri cuori in cuori che accolgono e non dividono. Il lavoro autentico, libero da ogni sfruttamento, dall’illegalità – ha concluso Moscone in segno di condivisione delle azioni del sindacato – è lo strumento più grande per costruire la giustizia e aprire la strada della pace».

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