31 Marzo 2022 –
È una quota pari appena al 7% del totale. Per l’ accoglienza, l’ assistenza sanitaria e altri sostegni, il governo ha previsto fondi per 458 milioni, che finanzieranno pure un assegno mensile di 300 euro a persona (più 150 a minore) per tre mesi, per la sistemazione abitativa autonoma di chi ne farà richiesta. Dopo il Dpcm firmato dal premier Mario Draghi, il permesso di soggiorno verrà concesso «ai profughi ucraini, ad apolidi e a cittadini di Paesi terzi che beneficiano di protezione internazionale in Ucraina ». Al momento, le domande di protezione sono «750», dato che «riflette la speranza di rientrare in patria dopo il termine delle ostilità».
I minori non accompagnati. Finora sono 475, 244 femmine e 231 maschi. Solo 38 hanno fra zero e 5 anni, altri 266 fra 7 e 14 anni e il resto da 15 a 17. Fra loro, «344 si trovano in famiglie autorizzate dal Tribunale per i minorenni e 94 in altre strutture autorizzate». Le presenze più numerose sono in Toscana (96 minori), Veneto (78), Lombardia (67), Emilia Romagna (48) e Piemonte (39).
La legge italiana «non consente di considerare familiari e amici come tutori» e «bisogna fare ricorso al Tribunale per i minorenni, perché riconosca la persona che accompagna il minore».
Dal 1° gennaio al 29 marzo 2022, sono arrivati sulle coste italiane 6.701 migranti: 3.323 a seguito di operazioni di soccorso (1.595 grazie a navi delle Ong); 3.378 con «sbarchi autonomi». In tutto il 2021, erano approdati 67.477 migranti. Come luoghi di partenza, restano in testa Libia (4.236 persone) e Tunisia. Ultimamente, ha detto il ministro, «si registra un allentamento della pressione», ma vanno valutati gli effetti della «crisi alimentare causata dal conflitto», visto che «Paesi come la Tunisia importano grano da Ucraina e Russia e ciò potrebbe influire sui flussi».
Un nuovo patto Ue? Per la titolare del Viminale, la crisi ucraina «avrà un impatto positivo sul Patto asilo e migrazione, fermo da tempo». La speranza è «che il nuovo approccio, che ha visto tutti i Paesi europei accettare l’ accoglienza e la redistribuzione dei profughi ucraini, possa valere per le altre situazioni di instabilità», compresi i flussi dal Mediterraneo. Sarebbe «poco lungimirante », argomenta Lamorgese, «pensare che questi scenari di mobilità possano essere governati secondo le attuali regole di Dublino e il sistema Schengen» e «sarebbe «un grave errore di prospettiva non dotarsi di un Patto su immigrazione e asilo». (Vincenzo R. Spagnolo)