3 Febbraio 2022 – A Nazareth i concittadini di Gesù chiedono miracoli per credere. Sul lago di Gennèsaret Gesù chiede a dei pescatori di credergli e avvengono miracoli.
Per poter predicare lontano dalla ressa, Gesù si rivolge a Simone e “lo pregò di scostarsi un poco da terra”. Finita la predicazione chiede ancora: “prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone, balbetta un ‘rigor di logica’ e, anche per non essere deriso dagli altri, sottintende un minimo di competenze sulle rotte dei pesci in quel lembo di lago tra Betsaida e Cafarnao; ma si fida della Sua Parola: non un suono o un carattere inciso da qualche parte, ma una forza, come l’Amore, capace di muovere le volontà e anche “… il sole e le altre stelle”, aggiungerebbe Dante! Ed esclama: “ma sulla tua Parola getterò le reti”.
La pesca è abbondante. La reazione di Simone determinante: “allontanati da me perché sono un peccatore”. Nulla di inesatto nel dichiararsi peccatore; inesatta, invece, è la convinzione che per questo motivo Gesù non possa avere a che fare con lui: “non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. È tutto il contrario: d’ora Simone e Gesù staranno sempre insieme.
Come quelle reti apparentemente inutili, risultarono decisive per una pesca in quelle circostanze, così Simone, per aver preso coscienza della sua condizione di peccatore, ora è abile e collaboratore di Gesù; sì, proprio lui che si riteneva inutile e inadatto a causa del peccato.
Per Gesù il peccato non è il punto terminale di una lontananza da Dio conclamata, ma il punto di partenza per l’opera di Dio in noi e il miglior preludio per l’abbandono a Dio: a monte c’è la forza di una Parola che, se appresa, fa mettere in atto comportamenti che smascherano l’inconsistenza della vita da peccatore. E la cambiano.
Ora che le barche sono piene avrebbe più senso restare… e, invece, no. Gesù ha detto a Pietro chi è e che si può fare. Per questo lui e i suoi sodali lasciano tutto e vanno nell’unica direzione che conduce al cuore della vita: quel Dio che riempie le reti e la vita, moltiplica la libertà e il coraggio, non chiede niente e dona tutto.
Per questo si chiama ‘Signore!’ (p. Gaetano Saracini)