30 Settembre 2021 – Gesù lascia la Galilea e si dirige in Giudea per raggiungere Gerusalemme. Il successo della sua predicazione continua. Si avvicinano i farisei per metterlo in difficoltà e per screditarlo dinanzi alla folla.
Lo interrogano a proposito della legittimità o meno del divorzio con la segreta speranza di riuscire a coinvolgerlo nelle interminabili discussioni delle scuole rabbiniche: la legge mosaica, gli ricordano i farisei, autorizza il marito a ripudiare la moglie.
Mosè tuttavia nello stabilire questa norma aveva lasciato molto indeterminati i motivi capaci di autorizzare il ripudio: ad un certo punto parla di “qualche cosa di vergognoso” che il marito può aver trovato nella moglie (Dt 24,1). Alcuni dicevano che indicava solo l’adulterio, altri sostenevano che si riferiva a qualsiasi ragione, non solo di tipo morale, ma anche di tipo fisico o relazionale e, quindi, rendeva legittimo il divorzio.
Gesù si sottrae alla disputa con una sentenza radicale che osa correggere la legge di Mosè: “per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma”; e rifiuta le sottigliezze rabbiniche che tentano di far coincidere la volontà di Dio con i propri interessi e desideri. C’è una situazione sbagliata in radice: è il cuore indurito che compromette l’originario progetto di Dio sull’uomo e sulla donna. Il progetto di Dio richiede un amore totale, fedele, indissolubile.
L’insegnamento si colloca nella sezione dove Gesù chiede ai discepoli di capire e vivere la logica della croce e del dono totale della propria vita per il vangelo.
Solo un cuore posto nell’altrove di Dio, può aiutarci a non ricorrere ‘solo’ alle presunte uscite di sicurezza della legge ma può aiutarci a non pensare subito male di chi abbiamo dinanzi, ad accogliere diversamente anche cose che forse non prevedevamo o che ci hanno spaventato e che giudichiamo ‘irreversibili’.
Un cuore nel cuore di Dio, anche quando non invoca, viene visitato! (p. Gaetano Saracino)