24 Settembre 2021 – Gesù nel vangelo e Mosè nella prima lettura sono concordi nel contrastare ogni interpretazione del mistero e della partecipazione alla salvezza come esclusività riservate ad una casta. A Giovanni che dice: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni in tuo nome e volevamo impedirglielo perché non ci seguiva”, Gesù risponde: “non glielo impedite (…), chi non è contro di noi è per noi”.
Un certo ordine, una appartenenza a delle istituzioni, a volte inevitabile, nulla tolgono alla libertà divina di dare lo Spirito a chiunque ma soprattutto non sono lo strumento per la ‘gelosia’ tra quanti sono consapevoli dei doni ricevuti.
Lo scandalo per Gesù non è essere sprovvisti di un permesso di appartenenza ufficiale ma il rischio è quello di essere di inciampo a quei piccoli che credono e che talora credono alla maniera dei piccoli ma che non per questo sono animati da fede piccola e supponente come, invece, rischia di essere quella di Giosuè, nella prima lettura e di Giovanni nel Vangelo.
Nel messaggio per la 107a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra in questa domenica, ‘Verso un “noi” sempre più grande’, papa Francesco chiede a noi, a quanti ci diciamo discepoli di Gesù, di essere veramente cattolici, ovverosia ‘universali’, di superare quei sentimenti di gelosia e di chiusura che rischiano di fare delle nostre comunità dei ghetti; di saper riconoscere la presenza dello Spirito che ‘soffia dove vuole’, ben oltre i nostri schemi e le nostre istituzioni: “il suo Spirito ci rende capaci di abbracciare tutti per fare comunione nella diversità, armonizzando le differenze senza mai imporre una universalità che spersonalizza. Nell’incontro con la diversità degli stranieri, dei migranti, dei rifugiati, e nel dialogo interculturale che ne può scaturire, ci è data l’opportunità di crescere come Chiesa, di arricchirci mutuamente”. (p. Gaetano Saracino)