3 Giugno 2021 – Dio non è venuto nel mondo con il semplice obiettivo di perdonare i nostri peccati. Sarebbe una visione riduttiva, sia di Dio che dell’uomo. Dio è venuto a portare sé stesso: molto più del perdono dei peccati. Egli ci fa dono non solo dell’amore che crea la vita ma anche del nutrimento che la sostiene. “Prendete, questo è il mio corpo”, dirà oggi Gesù nella solennità del Corpus Domini.
C’è un’esperienza che risuona nella prima lettura e nel Vangelo odierno che spiegano meglio questa unione: l’Alleanza. Quella di Israele ai piedi dell’Oreb e quella che Gesù rinnova nell’ultima cena.
Israele comprende che quel Dio che lo ha cercato è lo stesso che ora vuole rimanere con lui attraverso un patto: l’Alleanza, a partire dalle dieci parole. Israele si impegna in modo solenne a rispettarla e Dio promette di essere il Dio fedele. Ma, nonostante tutti gli sforzi, le infedeltà si moltiplicano e quell’Alleanza fa acqua da tutte le parti.
Arriva Gesù e attraverso il suo proprio sangue versato, l’umanità, non per sforzo ma per grazia, non per coerenza ma per dono di Dio, rientra in Alleanza con Dio. Gesù è colui che Dio stesso ha mandato a prendere la parte dell’uomo (la controparte dinanzi a Dio) per essere suo alleato fedele e per sempre.
Attraverso Gesù non servono più coerenze e sforzi interiori. No. Gesù stesso è santificazione, redenzione e purificazione e chi partecipa al Suo corpo e al Suo sangue, il sangue della nuova Alleanza, viene trasformato in quello che riceve. Nel diventare un corpo solo con Lui, Lui in noi diventa l’alleato fedele: “prendete, questo è il mio corpo (…) e questo è il mio sangue dell’alleanza”.
Non serve più essere all’altezza di qualcosa. Nel Corpus Domini, noi celebriamo l’Alleanza con Dio in Cristo. In Lui siamo proprio quello che Dio voleva per noi.
Non si tratta di essere forti. Si tratta di allearsi con il forte!
p. Gaetano Saracino