20 Maggio 2021 – Torino – “Ancora una volta il mondo dolorante bussa alle nostre porte, nel mezzo di una pandemia per cui noi stiamo iniziando a cantare vittoria e tanti altri continuano a pagare prezzi altissimi ed insostenibili. Il Governo centrale si è attivato con la collaborazione delle Prefetture che in tanti territori, Piemonte compreso, hanno già identificato opportunità e assicurato la disponibilità di accoglienza per gruppi limitati di persone”. Lo scrivono i vescovi del Piemonte in una nota firmata dal presidente della Conferenza episcopale regionale, mons. Cesare Nosiglia, dall’incaricato per la Caritas, mons. Piero Delbosco, e dall’incaricato per Migrantes mons. Marco Prastaro.
Nelle ultime ore una presa di posizione da parte regionale ha evidenziato – si legge nella nota firmata anche dai direttori regionali Migrantes e Caritas, Sergio Durando e Pierluigi Davis – “perplessità e sollevato eccezioni. Lo sguardo concentrato su di sé non è mai stato lo stile della gente del Piemonte. Nemmeno in momenti molto faticosi e difficili come gli attuali. L’impegno profuso in passato non solo non è scusante per un ritiro nel presente, ma è stimolo a costruire l’oggi e il domani in continuità con scelte
che hanno dato qualità al vivere civile, al sentire umano, alla percezione religiosa della nostra regione”. Per questo i vescovi piemontesi chiedono di “non chiudere, di non escludere, di non rifiutare persone che sono già parte del nostro futuro”. “La solidarietà, con lo sforzo che tutto il nostro Paese sta mettendo, è un valore che va difeso e promosso anche quando affronta temi finora divisivi, perché il bene comune non è mai ‘contro’ ma ‘insieme’”. “Ringraziamo la Prefettura che accoglierà questi immigrati in apposite sedi già individuate, ma in ogni modo – aggiungono – anche la Chiesa è disposta, se necessario, a fare la sua parte”. “Siamo certi che, dopo una prima reazione allarmata, la nostra Regione saprà ancora percorrere convintamente un cammino di apertura verso i migranti, indirizzando così le scelte delle collettività locali e dei singoli, delle famiglie e dei gruppi. In gioco c’è la dignità delle persone”. “Non lasciamoci – conclude la nota frenare da uno sguardo corto, ma osiamo accettare una sfida di umanità”. (R.Iaria)