Vangelo Migrante: Ascensione del Signore (Vangelo Mc 16,15-20)

13 Maggio 2021 – Dopo la Resurrezione di Gesù ha inizio il tempo delle apparizioni che dura quaranta giorni e termina con la sua Ascensione al Cielo: “il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio”.

Proprio nell’Ascensione i discepoli comprendono meglio il senso della Resurrezione: il Signore Gesù, assunto in cielo, è l’unico Signore del cielo e della terra. In ciò che ha detto e nel suo modo di aver vissuto, noi troviamo la strada verso il ‘cielo’, verso la casa del Padre.

Essa non è la vittoria di un corpo sulla legge di gravità ma, come dice papa Benedetto: “è la navigazione del cuore che ti conduce dalla chiusura in te, all’amore che abbraccia l’universo”. A questa navigazione del cuore Gesù chiama un gruppetto di uomini impauriti e confusi, un nucleo di donne coraggiose e fedeli, e affida loro il mondo: “allora essi partirono e predicarono dappertutto”. Li spinge a pensare in grande e a guardare lontano: il mondo è vostro! E lo fa perché crede in loro, nonostante abbiano capito poco, nonostante abbiano tradito e rinnegato, e molti dubitino ancora. Egli ha fiducia in loro più di quanto loro ne abbiano in sé stessi e non li abbandona: “il Signore agiva insieme con loro”.

La fiducia e la sinergia sono l’espressione dell’unica forza, dell’unica linfa, dell’unica vita che scorre tra Lui e loro e raggiunge ogni angolo della terra in ogni gesto di bontà, in ogni parola viva. Nelle mani del discepolo sono le Sue mani, nell’amore del discepolo il Suo amore, nella terra che il discepolo percorre le Sue radici, nelle sue azioni tutta la potenza del Padre: il cielo di Dio in terra.

Non è un modo di dire. Gesù indica i segni concreti che accompagnano quelli che credono: nel Suo nome ci si smarca dalla presa della menzogna, si parla un linguaggio nuovo capace di toccare il cuore, si prende in mano la realtà anche più dura senza paure, non ci si intossica dinanzi alle leggi del mondo e si ama: “imporranno le mani sopra i malati e questi guariranno”. Come accadde a Francesco di Assisi con il lebbroso: nella relazione lo fece sentire uomo, nell’abbraccio quell’uomo iniziò a guarire.

Nell’Ascensione, Gesù unisce la terra al cielo di Dio; l’abbraccio tra la terra e il cielo sono le opere compiute da persone amate, che sanno amare. (p. Gaetano Saracino)

 

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