Vangelo Migrante: VI domenica di Pasqua (Vangelo Gv 15,9-17)

6 Maggio 2021 – “Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi, rimanete nel mio amore” è l’essenza del cristianesimo, una dichiarazione di Gesù che custodisce le cose determinanti della fede.

È la pagina del Vangelo di questa domenica: un canto ritmato sul vocabolario degli amanti: amare, amore, gioia, pienezza. È così che si sta dinanzi a Dio: non da servi ma da amanti. Non per perderci in qualcosa fuori dal tempo e dalla storia ma in gesti concreti che hanno un principio ed un fine.

Il primo atto dell’amore è farsi raggiungere dall’amore di Dio. Contrariamente a quanto si pensa, l’amore non è una cosa ‘da fare’ ma da ‘lasciar fare’. Perché l’amore è di Dio ed è da Dio: tutto il resto è a Sua immagine. È una sfida, per nulla facile, perché rischiamo di proiettare anche in Dio le paure, le delusioni, i tradimenti dell’amore umano.

Per questo Gesù si avvicina alla nostra umanità e ci dice: voi nell’amore già ci siete: “rimanete nel mio amore”; l’amore non è statico ma dinamico: “amatevi gli uni gli altri”; io sono la misura del vostro amore: “amatevi come io vi ho amato”.

In cambio è prevista la Sua gioia che, quando raggiunge noi, diventa ‘gioia piena’.

La pienezza è un canale di scambio che bagna contemporaneamente tutti i margini che raggiunge. Non c’è un di qua e un di là ma una presenza contemporanea dell’unico amore che tocca e raggiunge tutti. Nessuno escluso. Bagnati da quell’amore abbiamo il dovere di darlo e riceverlo.

L’unità di Gesù con i suoi discepoli suggellata nelle immagini del pastore con le pecore e della vite con i tralci, questa domenica viene sigillata dall’amore.

In esso viviamo, ci muoviamo, esistiamo. (p. Gaetano Saracino)

 

 

  1. Gaetano SARACINO

 

 

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