Migrantes Rieti: non si possono dimenticare le famiglie circensi e lunaparkisti

26 Aprile 2021 – Rieti – Tra i ricordi belli della mia infanzia nella terra vicentina c’è la festa del patrono. Si aspettava con ansia perché era un giorno di  gioia, di aggregazione, di risate, di libertà. A prescindere dall’aspetto religioso ciò che coinvolgeva maggiormente noi bambini e gli adolescenti era l’arrivo delle giostre. I soldi che a volte i genitori ci davano come mancia li usavamo per farci qualche giro in giostra e per comprarci qualche dolcetto. Momenti bellissimi di spensieratezza. Sono passati tanti anni ma i lunaparkisti e circensi  ci sono ancora e continuano a portare i loro spettacoli nelle nostre città per regalare soprattutto ai bambini momenti di bellezza e di spensieratezza. Anche a Rieti. Purtroppo la pandemia, come sappiamo,  ha duramente colpito e non ha risparmiato il mondo dello spettacolo. Forse tra i più colpiti ci sono proprio loro. Non sono servite le manifestazioni fatte anche a Roma per sollecitare l’attenzione della politica e per ottenere  qualche aiuto concreto. “Non abbiamo ammortizzatori ma ci chiedete le tasse”: è il loro lamento.  Ma anche il silenzio e il disinteresse dell’informazione sono alti.  La pandemia che stiamo attraversando non ha solo conseguenze sanitarie ma anche economiche e certamente le più colpite sono le tante realtà fragili spesso vengono dimenticate. Il dramma sta nel fatto che, perdurando la situazione,  lunaparkisti e circensi “non potranno lavorare per diversi mesi ancora”.

La denuncia arriva dalla Fondazione Migrantes. Il mondo delle giostre e dei circhi stanno vivendo una grave condizione dal punto di vista economico. Il direttore generale della Migrantes, don Giovanni De Robertis,  sottolinea che è una realtà che “fa fatica a chiedere visto che sono sempre andati avanti con il proprio lavoro.

La sospensione delle attività pubbliche a carattere culturale e ricreativo ha significato l’impossibilità per queste categorie di soddisfare i bisogni più elementari delle proprie famiglie. Queste persone sono oggi prive di ogni reddito e tuttavia continuano a sostenere spese rilevanti senza avere possibilità di entrate. Sono persone che hanno anche difficoltà a chiedere il contributo “buoni spesa” ai comuni di residenza considerato che sono distanti dal luogo dove la pandemia ha costretto a sostare i circhi e i luna-park.

Anche qui a Rieti da molti mesi sono bloccati i lunaparkisti (5 famiglie, 33 persone tra bambini e adulti) e il Circo Rolando Orfei fermo nel piazzale antistante il palazzetto dello sport.  La Chiesa reatina ha supplito ed aiutato attraverso anche la solidarietà di alcune parrocchie e di cittadini sensibili. Però i mesi sono tanti e la pandemia ancora impedisce la ripresa delle loro attività. Data la situazione non è sufficiente la solidarietà.  Le istituzioni pubbliche, infatti, non possono e non devono dimenticare queste persone. Spetta a loro garantire  la possibilità di sopravvivenza e di continuare a sperare e a conservare il loro lavoro. Non va dimenticato, infatti, che «il circo e il luna park costituiscono una parte importante della cultura e tradizione italiana che non possono finire con questa pandemia» (don Giovanni De Robertis).  E se la solidarietà deriva dal riconoscersi fratelli allora essa è voce del verbo amare ed è un aspetto costitutivo della nostra identità umana prima ancora che cristiana. Come ha ricordato Papa Francesco nel suo discorso ad Ur dei Caldei: nel mondo d’oggi, che spesso dimentica l’Altissimo, i credenti sono chiamati a testimoniare la sua bontà e a mostrare la sua paternità mediante la loro fraternità.

“I clowns sono sempre esistiti, a quanto pare. Esisteranno sempre. Buoni o cattivi. Essi avranno, come li hanno avuti per il passato, nomi diversi. Ecco tutto. Ogni volta che è stato necessario, sono risorti dalle ceneri. Sono emersi dai ricordi. Il tempo, con la sua falce, non li ha mai sfiorati. Essi sono eterni, come l’erba dei sentieri, come i frutti selvatici e i fiori di montagna  (Tristan Remy).  E se il clown nel circo è una figura amatissima dai bambini e anche da noi adulti, fuori dal circo, nella vita politica e sociale,  coloro che debbono assumersi le responsabilità e difendere i diritti di ognuno non possono nascondersi dietro una maschera di ipocrisia e trasformarsi in clown. La politica non è fatta per far ridere e quando se ne dimentica, purtroppo, genera pianto, amarezza e delusione. (Luisella Maino – Migrantes Rieti)

 

 

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