8 Aprile 2021 – Ogni domenica è detta ‘Pasqua della Settimana’, perché celebra il mistero della Resurrezione di Gesù con la stessa Solennità e la stessa intensità del giorno di Pasqua.
Domenica prossima è la domenica ‘in Albis’ perché tradizionalmente quanti venivano battezzati la notte di Pasqua in questo giorno dismettevano le proprie vesti bianche. Giovanni Paolo II le accostò anche il titolo di ‘domenica della misericordia’, riprendendo dal Vangelo quanto Gesù dice ai suoi discepoli: “ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati …”.
Il Vangelo ci racconta anche l’esperienza dell’apostolo Tommaso: quando Gesù viene in mezzo ai suoi discepoli la sera dello stesso giorno, quello della Resurrezione, Tommaso non c’è; Gesù torna otto giorni dopo e Tommaso è presente. Al racconto dei fatti, Tommaso non crede.
La sua vicenda vive nell’immaginario come emblema del rapporto tra fede e ragione. A ben vedere, la sua storia ci rivela cos’è la fede e qual è il ruolo della ragione in relazione ad essa: non è logica e non si basa su deduzioni di tipo causa-effetto.
L’assenza e la presenza nel luogo dove Gesù ‘sta in mezzo a loro’ non è marginale: per incontrare il Signore è necessaria la presenza nel Cenacolo. La fede non parte da Tommaso ma da Gesù che gli porge la mano: “metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; allunga la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo ma credente”. Essa è un’offerta di Gesù e allo stesso tempo richiede una condizione umana: la presenza nel Cenacolo, complementare alla sua proposta. L’atto del credere resta sempre un atto libero, consapevole … e onesto, a condizione che si riconosca ragionevolmente quando la verità precede le proprie convinzioni.
L’effetto è visibile a tutti: la gioia! “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto”, conclude Gesù.
Il Signore si fa sempre trovare … da chi lo cerca e, per primo, tende la mano!
p. Gaetano Saracino