26 Marzo 2021 – Wuppertal – Nasce tra le rughe e le gli anfratti del cuore di una generazione che ha davvero lasciato tra le lacrime la propria patria, in un tempo in cui il mondo non era così piccolo come lo è divenuto oggi con la tecnologia, il desiderio di riproporre in terra straniera tradizioni della propria pietà popolare. Questa nostalgia, che diventava con il passare degli anni sete ardente di azioni compiute tra le strade del proprio paese, di azioni legate a doppio filo con la fede trasmessa dai padri e dalle madri lungo i secoli, ha dato vita 40 anni fa circa ad una realtà che nel tempo la città di Wuppertal ha fatto propria: la Passione Vivente. Si è iniziato in sordina dal sogno di un piccolo gruppo, guidato dai missionari e da laici appassionati di italiani che desideravano solo poter rigustare tradizioni, gesti, parole e canti che avevano il sapore buono di casa. Pian piano però il sogno di pochi ha coinvolto molti e il piccolo gruppo è cresciuto ed è diventato multiculturale e anche ecumenico (i pastori e le comunità evangeliche non mancano di partecipare e apprezzare).
40 anni di storia durante i quali si nota anche la crescita del livello di professionalità e cura dei particolari (dalle vesti dei personaggi all’attenzione dei registi, ai dialoghi e ai gesti). 40 anni in cui la Passione Vivente è cresciuta con i protagonisti stessi fino a diventare l’evento che ogni Venerdì Santo richiama migliaia di persone. Questi 40 anni avremmo dovuto celebrarli lo scorso anno, ci stavamo preparando a farlo, quando il COVID-19 ha stravolto i piani nostri e dell’umanità intera. Se il Venerdì Santo è il giorno in cui la chiesa si stringe attorno alla Croce, è il giorno in cui davanti alla Croce ci si inginocchia, è il giorno in cui l’urlo di Cristo squarcia il cielo e, non solo regna il silenzio, ma anche la luce si fa da parte e sul Calvario restano solo un cielo muto e la Croce… Se il Venerdì Santo è da sempre tutto questo, lo scorso anno lo è stato infinitamente di più e lo è stato in ogni angolo del mondo. Sul Golgota siamo saliti insieme, siamo saliti tutti e la sospensione della Passione Vivente ha reso per noi, qui in questa Missione e in questa città, la giornata del Venerdì Santo ancora più profondamente immersa in un silenzio che mai avevamo provato prima.
È trascorso un anno, un anno in cui abbiamo vissuto, con l’intera umanità, una tempesta che non accenna a diminuire di forza e gravità; stiamo attraversando un deserto che ci ha messi e continua a metterci a dura prova. E anche quest’anno non sarà possibile ritornare a proclamare la nostra fede lungo le vie della nostra città. Ma abbiamo deciso di rivivere la “nostra” Passione Vivente in un modo un po’ speciale: ogni venerdì di quaresima, sul nostro sito ( https://mci-wuppertal.de/), sulla pagina Facebook e sul canale Youtube della Missione cattolica italiana di Wuppertal verrà pubblicato un breve video che ripercorrerà le varie stazioni della Passione, rivisitandole negli anni. Un piccolo pensiero di due, tre minuti per raccontare cosa abbiamo vissuto, costruito e tentato di incarnare in questi 40 anni. Lo scorrere delle immagini riporta a galla i ricordi, si rivedono volti di persone care che ora sono già nella Gloria di Dio; si nota lo scorrere del tempo ed è emozionante riconoscere bimbi che sono diventati ragazzi e poi uomini interpretando, via via, vari personaggi…dagli schiavi che reggono la bacinella di Pilato, a soldati romani, agli apostoli. In questi 40 anni è trascorsa la vita, scandita anche dalla Passione Vivente. Scandita e da essa riempita, perché quando si vivono esperienze forti come quella di ritrovarsi, in mezzo alla neve, quasi nudo, issato sulla Croce, o si asciuga, nel ruolo della Veronica, il sangue, che pare così vero, dal volto di colui che sta “interpretando” Gesù e che, nella vita, è tuo marito, beh, in quel momento la fede si incide davvero nella carne, s’incide nei protagonisti, s’incide in coloro che stanno vivendo insieme a loro quell’esperienza e s’incide anche nella carne del passante ignaro che si ritrova per caso nel giardino botanico, dove si svolge la parte finale della Passione Vivente, e che osserva e piange come un bambino, colmo di emozione e commozione.
No, la Passione Vivente non è uno spettacolo, non è una recita. Essa è un cuore pulsante che narra la fede di una comunità e, se è vero che non siamo mai stati così fragili come nel corso di quest’ultimo lungo anno, è vero anche che la speranza, quella vera, quella certa, quella che viene da Dio, affonda le sue radici in questa fragilità. E allora sostiamo in questa fragilità, accogliamola, riconosciamola, ricordando che nella notte dove tutto si confonde, Gesù è calmo e pieno di fiducia vera nel Padre. Dal Getsemani in poi fede è credere che il fare la volontà di Dio possa sprigionare luce anche nella più fitta delle oscurità. In Dio e con Dio c’è luce anche se non la vediamo ancora. In Dio e con Dio c’è luce anche nella notte, anche in questa notte. (Flavia Vezzaro – Mci Wuppertal)