Migrantes: 72.500, secondo dati provvisori, gli attraversamenti “irregolari” di migranti e rifugiati registrati alle frontiere esterne dell’Unione Europea fra gennaio e settembre 202

3 Dicembre 2020 – Roma – Sono circa 72.500, secondo dati provvisori, gli attraversamenti “irregolari” di migranti e rifugiati registrati alle frontiere esterne dell’Unione Europea fra gennaio e settembre 2020: il 21% in meno rispetto allo stesso periodo 2019. Fra le “rotte” d’ingresso principali sono in aumento solo quella del Mediterraneo centrale e quella dei Balcani occidentali, sia pure con cifre incomparabilmente inferiori rispetto al 2015 dell’“emergenza migranti” europea. Peraltro, negli ultimi mesi nell’Atlantico si sono moltiplicati gli arrivi nelle Canarie, territorio spagnolo, circostanza che nei primi giorni di novembre ha portato il totale 2020 degli arrivi via mare nel Paese iberico a 30 mila, contro i 24 mila del periodo gennaio-novembre 2019. Le rotte migratorie mediterranee e interne all’Europa, sempre fra gennaio e settembre hanno contato 672 morti/dispersi in mare e (un dato spesso dimenticato) 76 in percorsi via terra. Per entrambe le cifre si tratta di stime minime, in difetto. I dati sono contenuti nel Report 2020 del Rapporto Asilo della Fondazione Migrantes presentato questa mattina. Secondo i dati sono circa 53.700 gli arrivi di rifugiati e migranti in Europa lungo le rotte del Mediterraneo registrati nel 2020 (periodo gennaio-settembre, dato che comprende gli arrivi via terra a Ceuta e Melilla ma non i 2.300 arrivi via terra in Grecia). Prosegue il trend di drastica diminuzione dopo l’“emergenza migranti” europea del 2015: 1.024.000 arrivi in tutto il ’15, 370.000 nel ’16, 180.000 nel ’17, 126.000 nel ’18 e 115.000 nel ’19. Tuttavia rispetto al 2019 rimane pressoché costante l’incidenza di morti e dispersi in rapporto ai “tentativi di traversata”: quasi un morto/disperso ogni 100 tentativi. Ma l’incidenza di vite umane perdute cresce ancora se la si confronta con i rifugiati e migranti che riescono ad arrivare sulle coste europee: 1,3 morti/dispersi ogni 100 arrivi. Nel 2020, sulle richieste d’asilo nell’Unione Europea (196.620 mila quelle presentate per la prima volta fra gennaio e giugno, – 31% rispetto allo stesso periodo 2019) hanno pesato  le restrizioni e i lockdown per la pandemia di Covid-19 in primavera. Al contrario, sia gennaio che febbraio avevano registrato un numero di richiedenti superiore a quello del dicembre 2019. Nel 2019 l’UE  a 27 Paesi (Eurostat, che ha elaborato questi dati nel 2020, considera già fuori dell’Unione il Regno Unito) ha registrato 612.685 richiedenti asilo per la prima volta (+ 12% rispetto al 2018; 676.250 i richiedenti totali). Per numero assoluto l’Italia è quinta dopo Germania, Francia, Spagna e Grecia. Ma le posizioni nazionali variano di molto se si considerano i richiedenti asilo in rapporto agli abitanti: qui il primato è di Cipro (14.495 per milione), seguita da Malta (8.108), Grecia (6.985) e Lussemburgo (3.585). L’Italia, con 580 richiedenti per milione di abitanti, si colloca ben al di sotto della media europea di 1.371 per milione. I principali Paesi d’origine delle persone che nel 2019 sono riuscite a chiedere asilo nell’UE sono la Siria (circa 74.000), l’Afghanistan (53.000), il Venezuela (45.000), la Colombia (32.000) e l’Iraq (27.000). L’ultimo anno ha a visto in forte aumento i richiedenti asilo venezuelani e colombiani rispetto al biennio precedente. Nel 2019 l’UE ha garantito protezione a 295.785 persone (riconoscimento dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria o di quella umanitaria). Ma le percentuali di riconoscimento di uno dei tre benefici sul totale dei richiedenti esaminati sono rimaste molto basse: il 38% in sede di “prima istanza” e il 31% in “istanza finale” su ricorso (dati significativi, quelli dell’“istanza finale”, ma spesso trascurati; l’Italia fra l’altro non è ancora in grado di quantificare in modo attendibile e ufficiale questo indicatore). Il tasso di riconoscimento italiano in prima istanza è ancora al di sotto della media europea: appena 20% sul totale degli esaminati. Sono circa 26.300 i trasferimenti di richiedenti asilo effettuati a norma del regolamento UE “Dublino III” nel 2019 fra i vari Paesi membri/associati (- 7% rispetto al 2018): 8.423 sono stati effettuati dalla sola Germania e ben 5.979 sono stati effettuati veso la sola Italia. Nel Report 2020 una scheda è dedicata al tema “Regolamento Dublino III: i numeri e l’inefficienza. Sempre nel 2019, sono 26.855 i rifugiati accolti in reinsediamento nell’UE da precari Paesi di primo asilo: in questa “classifica” prevalgono come Paesi ospitanti il Regno Unito (5.610 rifugiati reinsediati), la Francia (5.600), la Svezia (4.955), la Germania (4.890) e l’Olanda (1.875). Secondo questi dati Eurostat, l’Italia è a quota 1.355.

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