Prodi al Festival della Migrazione: “Un Master europeo per studiare questi temi”

26 Novembre 2020 –

Modena – E’ iniziato questo pomeriggio il Festival della Migrazione di Modena che quest’anno si terrà completamente online sul sitowww.festivalmigrazione.it e sulla pagina Facebook del Festival. Ad aprire i lavori il portavoce del Festival, Edoardo Patriarca. Tra i primi interventi quello del Vice Ministro agli Interni, Matteo Mauri che ha annunciati che “questa notte la Camera ha chiuso i lavori per la conversione in legge del decreto Immigrazione. Una battaglia culturale per chiudere una stagione in cui si è voluto dipingere il diverso come nemico e criminalizzare chi fa soccorso in mare. Dobbiamo superare la logica inaccettabile di mettere penultimi contro ultimi e dobbiamo costruire una società più equa”. Il vice Ministro ha concluso allargando lo sguardo: “Introdurremo di nuovo la protezione umanitaria e ne allargheremo i confini e poi c’è il nuovo sistema di accoglienza e integrazione (Sai), che prende spunto dagli Sprar con un sistema diffuso di tanti gruppi di piccole dimensioni per fare vera integrazione e limitare al massimo le conflittualità. E poi interverremo sulla formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro. E’ necessario però mettere mano alla legge su cittadinanza e al superamento della ‘Bossi Fini’, che crea un sistema che crea irregolari. Serve anche un racconto diverso e occorre farlo insieme, forze politiche e sociali”. L’intervento del professor Romano Prodi è entrato in pieno sul tema: “Siamo il Paese con la più bassa natalità del mondo: è un segno di stanchezza e disagio collettivo. Nascono appena 400mila bambini. In una società così il tema dei giovani è complicato, perché la voce degli anziani finisce con l’interessare di più e poi c’è un mercato del lavoro che non riesce ad assorbire i giovani. A questi si aggiungono circa 5 milioni di stranieri, l’8% della popolazione, un numero calato di 500mila rispetto al 2015: è chiaro, dunque, che chi parla di invasione lo fa con motivazioni politiche. Ma questo festival non è un’occasione per lamentarsi, ma dare risposte concrete: per fare questo abbiamo bisogno di un centro di analisi complessiva, coinvolgendo l’università. Va pensato e realizzato un master che si occupi di questi temi a tutto tondo, a Modena o altrove, e deve essere a livello internazionale, europeo. La consapevolezza che il fenomeno migratorio sta cambiando l’Europa adesso è comune a tutti i paesi, cambiare il trattato di Dublino è necessario, ben sapendo che si tratta di un problema molto complesso. Vedo però passi avanti in Europa, forse anche per l’uscita della Gran Bretagna. In Italia c’è un lavoro da fare anche a livello locale: non abbiamo mai saputo realmente valorizzare il contributo dei migranti e in questo modo abbiamo perso tutti qualcosa. Il migrante è uno di noi – ha sottolineato – e c’è invece l’idea di catalogarli tra i poveri, quando invece portano con loro grandi risorse”. Il finale è per il Mediterraneo: “Cento anni fa il Mediterraneo era fonte di affari, oggi è una barriera. Bisogna ricostruire una struttura di collaborazione, anche per un interesse nazionale. Il nostro Mezzogiorno non potrà mai svilupparsi se intorno a sé non ha niente e il Mediterraneo in questo è decisivo. L’Italia è decisiva per costruire alleanze, in Europa abbiamo questa missione, quella di legare il Mediterraneo ed è il vero modo di aiutare le nuove generazioni”.

L’arcivescovo di Modena, mons. Erio Castellucci, ha spiegato: “Cento anni fa, proprio oggi, nasceva Ermanno Gorrieri che, oltre a tanto altro, sapeva educare i giovani a un futuro di speranza, di integrazione, di inclusione, un futuro bello. Iniziative come questo festival va in questa direzione, guarda avanti. Spesso sulle nuove generazioni si ragiona e si fanno discorsi, ma vanno prima di tutto ascoltate. E chi viene da fuori e diventerà italiano a tutti gli effetti, come auspichiamo, porta con sè energie e proposte di cui una società come la nostra, che è invecchiata, ha bisogno”. La chiosa del Sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli: “Occorre fare un salto di qualità sul tema, parliamo della nostra storia di ieri e di oggi. E dobbiamo guardare alle nuove generazioni. Pensiamo ai ragazzi stranieri delle nostre scuole: noi diamo la cittadinanza modenese a 10 anni, sentono l’appartenenza. E’ tempo di un dialogo culturale che faccia crescere tutti”.

L’appuntamento è promosso da Fondazione Migrantes, Porta Aperta, Crid di Unimore e Integriamo, con il patrocinio e il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Modena e oltre 50 aderenti ed enti locali, gode inoltre del sostegno del Csv Terre Estensi e di Fondazione di Modena e del contributo di Bper Banca, Coop Alleanza 3.0, Menù e Neon King.

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