Covid 19: testimonianze di alcuni operatori dello Spettacolo Viaggiante

25 Novembre 2020 – Roma – Tutta l’Italia combatte con il “nemico invisibile” come è stato anche definito il virus Covid 19 che da marzo ha sconvolto l’esistenza dell’intero pianeta. Le decisioni di contenimento dell’epidemia inevitabilmente hanno portato ad una quasi paralisi di alcuni settori lavorativi. Tra questi il mondo dello Spettacolo Viaggiante è stato colpito duramente. Storie a riguardo da marzo in poi ne abbiamo sentite e lette sia su www.migrantesonline.it che sul mensile MigrantiPress.

Quando è stato proclamato il lockdown intere famiglie e operatori di circensi e giostrai sono rimaste bloccate lontane dai luoghi di residenze o ferme nei propri domicili senza poter seguire il calendario delle tournée che normalmente si basa sulle feste e sagre padronali dislocate su tutto il territorio italiano. La Fondazione Migrantes è stata molto vicina a queste persone cercando di far fronte alle richieste di aiuto.

Purtroppo la situazione economica di gran parte di questi operatori del mondo dello spettacolo viaggiante è stata minata e gran poca cosa si è riusciti a fare quando le autorità hanno concesso di riprendere le attività. Oggi purtroppo si è quasi al punto di partenza con l’epidemia che ha ripreso il sopravvento su quasi tutto il territorio nazionale e il terrore di ritrovarsi in pieno inverno senza avere i mezzi a disposizione per vivere è una sensazione che si fa sempre più realtà tra gli operatori del settore.

Come scrive Linda che da febbraio è in sosta obbligata a Ferrara con altre 25 famiglie. Racconta “All’inizio presi dal panico abbiamo sentito Monica, operatore pastorale della Fondazione Migrantes, che ha subito messo al corrente del nostro disagio l’arcivescovo Perego. Ci hanno contattato dalla Caritas e siamo andati a prendere dei generi alimentari. Il protrarsi purtroppo di questa pandemia e il rifiuto continuo di installare le nostre attrazioni nei paesi in occasione di sagre e fiere ci ha portato a chiedere lavoro nei campi per la raccolta della frutta. Poi qualche sindaco ci ha permesso di aprire il luna park”.  Ad ottobre iniziano i dinieghi, quindi ci si trova ancora “tutti qui fermi e si sono aggiunte altre famiglie. Fortunatamente – continua –  la Caritas ci aiuta ancora e ogni 15 giorni ci fornisce gli alimenti. Qualcuno di noi ha trovato lavoro e qualche ragazzo fa consegne a domicilio per ditte alimentari”. Amaramente conclude “Si preannuncia ancora un inverno lungo e triste, ma confidiamo nella provvidenza e ringraziamo la Chiesa che nonostante i suoi problemi ci sostiene sempre”.

Altra testimonianza arriva da Arcangelo del circo Busnelli. Scrive “A febbraio mi trovavo a Rovigo nei pressi del centro commerciale, quando è iniziato il lockdown.. Ci siamo trovati in grosse difficoltà, senza cibo per gli animali e per noi. Abbiamo contattato Monica e Flaviano, operatori pastorali della Migrantes, conosciuti in passato, per aver accompagnato i nostri ragazzi nella catechesi e ai sacramenti. Si sono attivati subito e sono arrivati i primi aiuti alimentari. Poi si è messa in moto una macchina della solidarietà. Ci ha chiamato don Silvio della parrocchia di Grignano dove risiede la Casa di Abraham che ospita persone senza tetto. Ci siamo trasferiti con le nostre carovane, hanno provveduto subito ad allacciare luce e acqua, siamo rimasti fino a giugno”. Per ricambiare dell’ospitalità il circo Busnelli, in collaborazione con un gruppo “Le Betty blonde” negli ultimi giorni di permanenza hanno messo su uno spettacolo per raccogliere fondi da donare alla Casa di Abraham come segno di riconoscenza.

“Siamo ripartiti – continua Arcangelo – per iniziare il nostro adorato lavoro e durante l’estate siamo riusciti ad esibirci più volte. In ottobre in piena attività a Verona ci comunicano di chiudere, smontare le attrezzature e lasciare il suolo occupato, non sapevamo dove andare, ma ecco una telefonata di Susanna Carlesso, responsabile della casa di Abraham che ci dice: vi aspettiamo a braccia aperte, senza esitare siamo tornati”. “Non finiremo mai di ringraziare queste persone – scrive –  che per ben due volte ci hanno aperto il cancello di casa e non solo…. La provvidenza quando meno te lo aspetti riesce sempre a sorprenderti”.

Una storia simile è quella di Francesca Bardini “moglie e mamma di un bambino di dieci mesi e di una bambina che nascerà a gennaio”. Sia la sua famiglia che quella del marito appartengono da generazioni al mondo dello Spettacolo Viaggiante. Scrive: “a causa di questa emergenza epidemiologica siamo rimasti senza lavoro da marzo da quando il Governo ha annullato tutte le Sagre, le Fiere, le manifestazioni e i Luna Park in generale. Purtroppo questa situazione sembra non risolversi nel breve periodo. Anzi potrebbe prolungarsi per gran parte dell’anno avvenire e questo vede noi, così come migliaia di altre famiglie del viaggio, in una situazione di necessità”. “Nei mesi scorsi – continua nel suo racconto – ci siamo rimboccati le maniche e chi ha avuto la fortuna di trovare qualche lavoretto stagionale l’ha svolto. Per quanto riguarda la mia famiglia stiamo sostando a casa dei miei suoceri a Verona. Da Marzo ad oggi ci è stato possibile installare le nostre giostre solamente nel Luna Park estivo di Lignano Sabbiadoro. Dopodiché mio marito è riuscito a trovare lavoro con un contratto di tre mesi. Tale contratto ha quasi raggiunto la scadenza e il nostro preoccupante pensiero è che non venga rinnovato”. Anche lei scrive: “ci siamo rivolti a Monica e Flaviano, che ci hanno indicato le vie da percorrere, è quindi intervenuta la Caritas che come ha potuto ci ha numerose volte aiutato con beni di prima necessità che regolarmente ci fornisce ogni quindici venti giorni circa. Dobbiamo ringraziare questi aiuti che ci sono stati forniti e sperare che la situazione si risolva al più presto”.

Invece Antonio e Pasquale Formisano, proprietari del circo Wegliams, sono rimasti bloccati da 8 mesi a Giugliano (Napoli). “A marzo – raccontano – quando tutto è iniziato siamo stati contattati da Monica Bergamini operatore pastorale Fondazione Migrantes che prontamente con l’aiuto di don Giovanni De Robertis, Direttore generale, hanno contattato la Caritas e il parroco del luogo, che ci hanno consegnato dei generi alimentari, per noi è stato un grande sollievo ma non sufficiente per tutti i bisogni come i pagamenti delle utenze, o i medicinali”.

Per far fronte a qualche spesa, Christella figlia di uno dei due fratelli, che frequenta la scuola di design con il progetto Migrantes di Valeria Ravelli presso il liceo artistico Bruno Munari di Castelmassa (Rovigo), “con lo studio e un po’ di fantasia e utilizzando jeans vecchi ha creato borse particolari”. Attraverso questa iniziativa – racconta il padre – “siamo riusciti a guadagnare qualcosa extra che ci ha aiutato economicamente, ci auguriamo che tutto questo finisca in fretta per poter tornare a svolgere la nostra splendida attività. Non finiremo mai di ringraziare la Fondazione Migrantes per la vicinanza in un momento difficile della nostra vita lavorativa”. (N.D.B.)

 

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