27 Ottobre 2020 – Roma – Oggi il mondo delle pensioni INPS si trova in una fase di transizione in cui i trattamenti corrisposti ai protagonisti dei flussi migratori del secolo scorso stanno diminuendo, soprattutto in alcuni paesi verso cui il flusso si è esaurito o è fortemente in diminuzione, e solo recentemente incominciano ad essere liquidate le pensioni ai nuovi migranti in un panorama in cui cambiano i paesi interessati e le caratteristiche delle pensioni in regime internazionale o, più in generale, pagate all’estero. Appare plausibile ritenere che tale situazione sia destinata a cambiare rapidamente nei prossimi anni quando, man mano che i nuovi migranti raggiungeranno i requisiti di legge per l’accesso al pensionamento, le pensioni pagate all’estero aumenteranno in modo consistente divenendo una componente sempre più presente nell’universo pensionistico italiano. Le pensioni pagate all’estero rappresentano solo il 2,4% del totale delle pensioni pagate dall’INPS, sottolinea il rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes presentato questa mattina a Roma. Il trend degli importi di pensioni pagate all’estero nelle diverse aree continentali dal 2015 al 2019 è positivo: in generale, infatti, nel quinquennio, gli importi sono cresciuti del 19,4%, nonostante la riduzione di importi pagati in alcune aree. Più in dettaglio, si conferma il trend negativo di alcune aree continentali che rappresentano le “vecchie” mete di emigrazione, mentre crescono gli importi di pensione erogati nelle “nuove” destinazioni come, ad esempio, il continente africano, dove si regista un incremento del 165%. Merita di essere sottolineato il dato europeo, in considerazione del fatto che in quest’area viene erogato il 60,3% del totale delle pensioni pagate all’estero: qui si registra un incremento del 50,2% a fronte del decremento numerico del 2,8%. L’incremento complessivo degli importi pagati del 19,4% trova la sua motivazione nell’andamento delle tipologie di pensione: quelle di vecchiaia/anzianità rappresentano il 65,4% del totale, mentre quelle ai superstiti sono il 31,3% e le restanti di inabilità/invalidità. In Europa, in particolare, le pensioni di vecchiaia sono il 69,2% del totale e in Africa il 70,1%, in aumento, rispetto al 2018, rispettivamente del 2,3% e dell’8,3%. La Germania è il paese dove si è registrato il più alto incremento numerico di pensionati INPS (+3.208), seguita dalla Romania (+2.258), dal Portogallo (+1.786), dalla Spagna (+1.569). È evidente che alcuni di questi paesi sono quelli da cui provengono molti degli immigrati arrivati in Italia a partire dagli anni Ottanta, che poi, maturata la pensione italiana, sono rientrati nel loro paese. Altre realtà, invece, come Portogallo e Spagna, hanno avuto un’escalation negli ultimi anni per essere diventate mete attrattive in ragione delle agevolazioni fiscali e del costo della vita più basso.