8 Ottobre 2020 – Crema – Due eventi significativi hanno caratterizzato la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, organizzati dagli uffici Caritas e Migrantes della diocesi di Crema: la presenza di mons. Franco Agnesi, vicario generale della diocesi di Milano e incaricato per la Migrantes dei vescovi lombardi, che ha celebrato la Messa, sabato 26 settembre e l’esibizione del Coro Elikya che, il giorno dopo domenica 27, ha completato la Festa.
“Incontrare una Comunità che celebra in piazza è un bel segno di “Chiesa in uscita”, una Chiesa che, pur nelle difficoltà attuali, si impegna nella cura, favorisce unione, suscita attenzione, costruisce solidarietà”. Con queste parole monsignor Franco Agnesi ha iniziato l’omelia durante la Messa, celebrata sulla piazza antistante la Chiesa di Crema Nuova, per ricordare la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
“Anche l’apostolo Paolo – ha proseguito – ci ricorda, nella seconda lettura, l’umiltà di Gesù come modello per il nostro atteggiamento di servizio. E il punto di partenza è proprio guardare i migranti non come numeri che riempiono le nostre statistiche, ma come uomini e donne con la loro dignità. Ecco allora le sei coppie di verbi che il Papa ci ricorda: Conoscere per comprendere – Farsi prossimo per servire – Ascoltare per riconciliarsi – Condividere per crescere – Coinvolgere per promuovere – Collaborare per costruire ci parlano continuamente di servizio. Anche noi abbiamo dovuto fuggire nei mesi scorsi – ha proseguito mons. Agnesi – e altre persone se ne sono andate per non fare più ritorno… Tuttavia, pur nella drammaticità della situazione è stata l’occasione per conoscerci meglio, per comprendere più a fondo il dramma di altri. Non solo, ma abbiamo assistito a esempi belli e inaspettati di solidarietà. La domanda che ciascuno deve porsi allora è la seguente: delle coppie di verbi sopra ricordate quali mi riguardano? Anche il Vangelo ci segnala la cura e l’attenzione: che cosa voleva realmente il Padre quando chiede ai due figli di andare a lavorare nella vigna? È l’atteggiamento di un padre-padrone? Sembrerebbe di sì, stando alla risposta del primo figlio, preoccupato solo di fare bella figura, senza dare sostanza alle sue parole. Diversa è la risposta del secondo figlio, apparentemente più sfacciata, ma che capisce in fondo qual è la volontà del Padre. Dio non vuole una inutile obbedienza, quanto il desiderio che la vigna, cioè noi, portiamo frutto la domanda allora è: che cosa posso fare per portare frutto? Dio non ha fretta e ci aspetta. Vuole qualcuno che si prenda cura egli altri. E tutti possono dare qualcosa, anche chi da cui non ci aspetteremmo mai. Solo così – ha concluso il Vicario generale di Milano – possiamo guardare alle sorelle e ai fratelli che pur da lontano vengono a noi, come a persone che possono aiutarci a far fruttare la vigna del Signore”.
Domenica 27 è toccato al Coro Elikya completare, con il suo brio e la sua vitalità, la Festa del giorno prima. Formato da coristi provenienti da 16 nazionalità diverse, il coro ha dato l’impressione di essere un vero e proprio laboratorio di ricerca e sperimentazione, per la capacità di intrecciare e amalgamare combinazioni ritmiche e melodiche assai diverse tra loro. Non è un caso che Elikya, nella lingua congolese Lingala, significhi “Speranza”, volendo sottolineare che i giovani nonostante le contraddizioni di questa società hanno voglia di conoscersi e impegnarsi per un futuro fatto di incontri e scambi tra le culture.
L’iniziativa ha riscosso nel suo insieme un indubbio successo, anche se non era questo il vero obiettivo, spiuegano alla Migrantes di Crema. La due giorni infatti, pur essendo rivolta a tutta la città, ha coinvolto in maniera specifica l’Unità Pastorale Sacro Cuore-S. Carlo- S. Maria dei Mosi. Sarà questa infatti la porzione di Chiesa Cremasca ad essere interessata da “una riflessione sulla capacità di dialogo tra le diverse culture. Un dialogo che dovrà svilupparsi dai presupposti che abbiamo ascoltato anche attraverso una Liturgia annunciata in più lingue ed una musica frutto di tanti incontri culturali”.