3 Ottobre 2020 – “Purtroppo questa catena di morte non si è interrotta, fino a trasformare il mare nostrum in un grande cimitero, come in un’altra occasione ha detto ancora papa Francesco. Fino alla settimana scorsa, in cui ci sono stati altri cinque naufragi e più di 200 vittime. E senza che tutto questo faccia più notizia, senza che susciti anche solo un moto di pietà o di indignazione”. Lo ha detto questo pomeriggio il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis, introducendo a Bari la presentazione del volume “Marenostro”. Naufaghi senza volto” di Salvatore Maurizio Moscara. “Come far sì che il pensiero di queste morti ci torni continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza? Infatti – dice don De Robertis – esse sono la conseguenza del sonno delle nostre coscienze e dell’indurirsi del nostro cuore”. Il sacerdote, citando la parabola del Buon Samaritano chiede di “compiere un gesto di vicinanza. Si tratta dunque di arrivare a riconoscere il volto, il nome, la storia dell’altro, come fa Maurizio Moscara. Di farci vicini e di aiutare altri a farsi vicini fino a rendersi conto della ricchezza umana e religiosa di queste persone, una ricchezza che non vorremmo mai perdere”. Oggi – ha sottolineato il direttore della Fondazione Migrantes – “la vera differenza è fra coloro che guardano e giudicano da lontano e quelli che scelgono di guardare da vicino. Cambia tutto ….”.