27 Settembre 2020 – Porto Santa Rufina – Nostante le restrizioni anti– Covid 19 la diocesi di Porto Santa Rufina ha voluto garantire la preghiera per la Giornata mondiale delle migrazioni, che si celebra oggi e ha come tema “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire”. Alle 18.30 il vescovo Gino Reali presiederà la Messa nella Cattedrale della Storta a cui parteciperà una rappresentanza delle comunità etniche. Un’occasione per celebrare assieme il Giubileo del IX centenario di unificazione delle due diocesi di Porto e di Santa Rufina e Seconda. Tra l’altro, il motto a guida dell’anno giubilare “ex duabus una – da due una” invita a edificare la comunità ecclesiale nella ricchezza di origini e tradizioni differenti. Per questo è importante che ciascuno – bianco o nero o asiatico, locale o nuovo arrivato, di passaggio o intenzionato a rimanere tra noi per un lungo tempo – faccia tesoro delle parole di papa Francesco e le metta in pratica. Nel suo messaggio per questa Giornata egli ci scrive che bisogna innanzitutto conoscere per comprendere l’altro. Quando si parla di migranti troppo spesso, infatti, ci si ferma ai numeri. Ma, si tratta di persone, non di numeri. Se si incontrano, se si conoscono le loro storie, si riesce a comprendere. E si scopre, per esempio, che quella precarietà che tutti hanno sperimentato con sofferenza a causa della pandemia è un elemento costante della loro vita. Poi papa Francesco continua con tutta una serie di verbi accoppiati due a due per far capire quanto non servano tanto le parole ma atteggiamenti concreti, vissuti nello scorrere delle nostre giornate. Ci ricorda che è necessario farsi prossimi per servire. Avvicinarsi al prossimo spesso significa essere disposti a correre dei rischi, come ci hanno insegnato tanti medici e infermieri negli ultimi mesi. Se ci si vuole veramente riconciliare ci si deve ascoltare. Dio stesso agisce così, inviando il suo Figlio nel mondo, per ascoltare il gemito dell’umanità con orecchi umani. Senza condivisione e coinvolgimento non si può crescere insieme, e per costruire realmente è necessario promuovere e collaborare. Tutto un programma di vita. La pandemia ci ha ricordato come siamo tutti sulla stessa barca: nessuno si salva da solo. Dobbiamo impegnarci a crescere insieme, condividendo quello che abbiamo: “Non è questo il tempo degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persone”, ha detto il papa lo scorso 12 aprile per la Pasqua. Siamo all’inizio del nuovo anno pastorale: impegniamoci a vivere i suggerimenti di papa Francesco e respireremo fraternità e gioia anche nel chiuso di un appartamento a causa del Covid. (Maria Grazia Pennisi – Migrantes Porto Santa Rufina)