27 Settembre 2020 – Milano – Papa Francesco “da sempre nel suo magistero si fa voce dei migranti, dei rifugiati, dei dimenticati; di coloro che dalle periferie geografiche ed esistenziali si mettono in cammino verso un’esistenza migliore, alla ricerca di vita”. Lo dice don Alberto Vitali, responsabile diocesano Migrantes di Milano nel giorno in cui la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Quale il significato di questa giornata? “La sua specificità – spiega don Vitali a Milano Sette, l’inserto domenicale di Avvenire – è leggere in chiave propriamente cristiana il tema dell’accoglienza di migranti e rifugiati. Un argomento che comunque riguarda tutti gli uomini di buona volontà, nel nome della solidarietà umana. Il cristiano, però, ci suggerisce il Papa, deve fare un passo in più, deve abbracciare una dimensione contemplativa. Esattamente quello che ci invitava a fare anche l’arcivescovo con il Sinodo Chiesa dalle genti”. Nell’episodio della fuga in Egitto, citata da papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata, “tocchiamo con mano come Gesù si identifichi con gli ultimi e questo ci obbliga, come cristiani, a considerare il tema delle migrazioni non solo dal punto di vista sociale, politico ed economico, ma a contemplarlo alla luce della Parola”, spiega don Vitali: “noi cristiani non possiamo fermarci alla semplice filantropia. Possiamo anche arrivare a pensare che l’accoglienza sia insostenibile, dal punto di vista razionale, ma la fede ci obbliga comunque a scelte coraggiose. Ce lo suggerisce anche l’episodio evangelico dei cinque pani e due pesci: se anche avessimo così poco (e non è così), Gesù ci invita a fidarci e a condividere, contro ogni apparenza, quello che abbiamo, certi che Dio lo moltiplicherà. Questa è la sfida della fede, sulla quale ci giochiamo tutto”.
Nella diocesi ambrosiana non ci saranno iniziative specifiche ma l’Ufficio Migrantes ha inviato una lettera ai parroci per sensibilizzarli a ricordare la ricorrenza. Inoltre, la Giornata sarà l’occasione per commemorare don Roberto Malgesini, il sacerdote di Como ucciso recentemente. Un ricordo che” faremo anche in occasione del primo incontro tra tutti i responsabili delle Pastorali Migrantes delle diocesi lombarde che si terrà l’1 ottobre: “rifletteremo – spiega il sacerdote che è anche referente regionale Migrantes – su come sia stato autentica incarnazione, fino a pagare con la vita, di quella dimensione contemplativa a cui ci chiamano papa Francesco e il nostro arcivescovo”.
R.I.