Vangelo Migrante: Domenica 27 settembre GMMR (XXVI domenica del Tempo Ordinario, Vangelo (21,28-32)

24 Settembre 2020 – Le tre parabole del vangelo di questa e delle due domeniche successive, riguardano un unico tema: il rifiuto del Regno di Dio e della Sua giustizia da parte di alcuni e la loro sostituzione con altri.

Questa domenica Gesù racconta di un padre che invita i suoi due figli ad andare a lavorare nella vigna. Il primo dice ‘no’ ma poi si pente e va; il secondo dice ‘si’ e non ci va!

La vigna è molto più che fatica e sudore, essa è il luogo dov’è racchiusa una profezia di gioia, il vino per tutta la casa, la vita per tutta l’umanità; il padre è il custode di questa vita condivisa.

Se non hai nel cuore il desiderio di quel vino-vita e tuo padre è un solo padrone al quale sottometterti o ribellarti, comunque da eludere, il formale assenso, resta solo una forma di obbedienza-disobbediente appariscente e arida, immatura e sterile.

Allo stesso tempo, nonostante le contraddizioni, gli impulsi e una certa sfrontatezza, esiste una condizione che può cambiare il modo di vedere la vigna e il padre, fino a generare il pentimento e la conversione. Quale?

Ce la rivela ancora Gesù quando parla della ‘frequenza’ sulla quale Dio pratica le Sue scelte: “in verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”. Ufficialmente, secondo certe categorie religiose e criteri morali esteriori, essi hanno detto ‘no’ ma di fatto questi ‘poveri’, proprio perché sono in una condizione non protetta e vulnerabile, permettono a Dio di manifestare la sua misericordia, lo riconoscono e in questa relazione dicono ‘si’. Al contrario di chi invece, trincerato nella propria giustizia o appagato da una presunta autosufficienza, ha detto un ‘si’ nascosto dalle apparenze.

Andare a lavorare in quella vigna è fare la volontà del padre. Oggi essa coincide con lo ‘sporcarsi le mani’ per trasformare la paura della sottomissione e il rifiuto del padre in nuove forme di libertà, di amore e di condivisione di quel vino-vita con tutti.

Dio non ha deciso, in un dato momento della storia, di rigettare alcuni e adottare altri. È il comportamento nei suoi riguardi che fa perdere posti, anche oggettivamente vantaggiosi. Il rischio da cui Gesù ci mette in guardia è proprio questo: nella misura in cui diciamo ‘si’ solo per apparire e detenere vantaggi, addirittura giustificandoci, rischiamo di dire ‘no’ al Vangelo.

Volontà di Dio non è mettere alla prova i due figli e misurare la loro obbedienza. No, la sua volontà è la fioritura piena della vigna che è la vita nel mondo: una casa abitata da figli liberi e non da servi sottomessi.

La Giornata del Migrante e del Rifugiato è un’opportunità, resa ancora più concreta dal Messaggio dal Santo Padre, per passare da figli solo credenti a figli anche credibili che continuano a dire ‘si’ al Vangelo dell’accoglienza e della condivisione: ‘conoscono per comprendere, si fanno prossimo per servire, si riconciliano per ascoltare, crescono per condividere, coinvolgono per promuovere e collaborano per costruire’.

  1. Gaetano Saracino

 

 

Temi: