Corso Migrantes: Pastore (Fieri), Italia sempre meno attraente per i migranti

31 Agosto 2020 – Torino – Per i migranti, “la nebbia del presente è doppia. Non sto parlando solo dei migranti più fragili e vulnerabili, quelli per cui la nebbia in mare spesso non è solo una metafora. Ma sto parlando anche di milioni di migranti cosiddetti ‘regolari’ e ‘integrati’. Persone che fino a ieri si consideravano ‘arrivate’ e invece oggi si trovano senza più alcuna certezza circa il proprio impiego, il proprio reddito e il proprio futuro, e stanno valutando che fare: rimanere aggrappati, tornare indietro o provare a ripartire, verso qualche altro luogo dove provare a ricostruire un minimo di certezze”. A dirlo oggi pomeriggio Ferruccio Pastore del Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione (FIERI), intervenuto ala giornata di apertura del corso di alta formazione promosso dalla Fondazione Migrante e che si svolgerà (fino al 4 settembre) a Pianezza (To).

Pastore ha evidenziato che solo negli ultimi cinque anni l’Italia ha perso oltre mezzo milione di abitanti: una città medio-grande, un’intera Genova in meno! E il 2019, con una diminuzione delle nascite del 4,5%, “ha sottratto al 2018 il primato negativo dall’Unità d’Italia. E ci sono già segnali che la pandemia peggiorerà ulteriormente le cose. Se il nostro bisogno di immigrazione – ha sottolineato – è una costante, quello che invece, da una decina d’anni a questa parte, è venuto cambiando è la nostra capacità collettiva – come paese, come società – di attrarla e sostenerla questa immigrazione, magari malvoluta, ma necessaria. Sebbene la crisi scoppiata nel 2008 non abbia azzerato la domanda di lavoro immigrato, il suo impatto è stato particolarmente profondo proprio sulla popolazione di origine straniera, ha lasciato cicatrici profonde. Molti sono stati risucchiati nel sommerso, è aumentato il divario salariale con i nativi, è cresciuto il tasso di sottoinquadramento, e così via”.

Il relatore, citando alcuni dati, ha detto che tra il 2012 e il 2016 la crescita del numero di contribuenti extra-UE (+2%) è stata 10 volte inferiore rispetto a quella della popolazione residente proveniente dagli stessi paesi. Quindi “nel 2012, per ogni 100 residenti stranieri (non UE) c’erano 45 contribuenti, oggi solo 38. Perché? Non è che gli immigrati siano diventati più fannulloni. E’ – ha spiegato – che il lavoro immigrato è stato decimato da dieci anni di crisi, e nel frattempo le frontiere sono rimaste chiuse a nuovi ingressi per lavoro, mentre nascite e ricongiungimenti famigliari, seppure sempre meno impetuosamente, andavano avanti. Il rapporto tra braccia e bocche, per così dire, peggiora. E l’effetto congiunto è un impoverimento drastico”. Pe i migranti l’Italia diventa “sempre meno attraente, ha sempre meno da offrire”. Nel 2019, “l’afflusso di nuovi immigrati (misurato in base ai trasferimenti di residenza) è calato dell’8,6%. Intanto, ha continuato ad aumentare il deflusso di cittadini italiani (182mila, +8,1% rispetto al 2018). Ma è cresciuto ancora di più l’esodo di immigrati regolari: 56.000 cancellazioni per l’estero, pari a un +39,2%. Per di più, tenete presente che molti degli italiani che se ne vanno sono in realtà ex-stranieri, che appena ottenuta la cittadinanza italiana, per naturalizzazione o al compimento dei diciott’anni, la usano come lasciapassare per l’Europa”. Tutto questo – ha concluso –  ora “viene esacerbato dalla pandemia. Perché ogni crisi, anche questa colpisce prima e più violentemente gli strati più fragili della società”.

I lavori sono stati aperti da una introduzione del direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis e da Cristina Molfetta dell’Ufficio ricerche. Tra le relazioni della settimana quella di Nello Scavo, giornalista di Avvenire, p. Aldo Skoda del SIMI, del Vicario generale della diocesi di Milano, il vescovo mons. Franco Agnesi, Sergio Durando, direttore dell’Ufficio Migrantes di Torino. Sono anche previste alcune meditazioni affidate a sr. Paola Barbierato mentre presiederanno le diverse liturgie – che concluderanno le giornate – mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo; mons. Marco Prastaro, vescovo di Asti e Incaricato Migrantes della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle d’Aosta e l’arcivescovo di Torino e presidente della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle d’Aosta, mons. Cesare Nosiglia.

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