Migrantes Caltanissetta: creare delle accoglienze diffuse sul territorio per una integrazione più facile

28 Luglio 2020 –  

Roma – Si fa sempre più difficile la situazione in Sicilia dove sono aumentati gli sbarchi. Tra quelli avvistati questa mattina, un barchino con 26 tunisini. Tra questi anche un giovane paralizzato dalla nascita, secondo quanto è stato riferito ai soccorritori. A Caltanissetta, intanto, le forze dell’ordine hanno rintracciato 139 migranti fuggiti dall’hotspot della cittadina siciliana. Saranno tutti messi in quarantena.

“Il problema – spiega Donatella D’Anna, direttore dell’Ufficio Migrantes di Caltanissetta intervistata da Vatican News – è che, essendo tutti tunisini, probabilmente sanno che le possibilità di essere inseriti in un percorso di regolarizzazione sono molto deboli, in quanto non arrivano da un paese in zona di guerra, e rischiano di essere rimpatriati. Queste poche speranze sicuramente sono il motivo principale che li ha indotti a cercare altre soluzioni. C’è da aggiungere che il centro di accoglienza, a causa dei tagli che ci sono stati negli ultimi tempi, vive in una situazione complicata a differenza di qualche anno fa, quando i ragazzi si accampavano fuori dal centro di Pian del Lago per poter entrare poichè vedevano in questo centro un buon primo step per la regolarizzazione. Ma oggi non è più così”.

Secondo la direttrice Migrantes questi centri “spesso accolgono grandi numeri e molte volte si trovano alla periferia delle città. In questo modo si rischia una ghettizzazione di questi ragazzi. Bisognerebbe creare delle accoglienze diffuse sul territorio, in questo modo anche l’integrazione sarebbe più facile”. D’Anna parla dell’esperienza di Casa Santa Barbara, dove vengono ospitati ragazzi di nazionalità e religioni differenti tra loro. “A questi giovani che arrivano, io sottolineo sempre che noi dobbiamo rappresentare per loro solo un punto di partenza, perché se nel periodo in cui vivono lì non riusciamo ad aiutarli a trovare una loro strada per il futuro, ma siamo stati solo un alloggio momentaneo dove mangiare e dormire al riparo, allora abbiamo fallito”, afferma la direttrice Migrantes di Caltanissetta evidenziando ciò che viene fatto a partire dai corsi di li corsi di italiano, stiamo facendo prendere la patente ad alcuni di loro e abbiamo avviato già tre percorsi di regolarizzazione con la sanatoria. Perché l’accoglienza dignitosa è questa: dare a questi giovani, come si fa con i figli, ali per volare da soli senza farsi male”.

Raffaele Iaria

 

Temi: