Gianni Borsa: lasciarsi interrogare dal mondo missionario

6 Luglio 2020 – Roma – “Mentre mi accingo a questo servizio, professionale ed ecclesiale”, tornano alla mente alcuni richiami di papa Francesco: ad “essere ‘Chiesa in uscita’, a divenire ‘discepoli e missionari’, a ‘stimolare la conversione missionaria’ nelle nostre comunità cristiane”. Lo scrive il neo direttore delle riviste della Fondazione Missio, Gianni Borsa, nel suo primo editoriale  pubblicato su “Popoli e Misione” di luglio-agosto. Borsa, giornalista del Sir, ricorda i tanti missionari, laici e consacrati, conosciuti nel corso della sua vita personale e lavorativa: “la vita; le loro testimonianze, limpide, coerenti, generose (‘senza nulla chiedere in cambio’, le parole più volte ascoltate), in altrettanti angoli del mondo… E sento forte – grazie a loro – il monito che giunge da tante regioni del pianeta, dove povertà, guerre, carenza di istruzione, mancanza di opportunità confermano che questa epoca rimane fortemente segnata da sofferenze e ingiustizie, violenze, migrazioni forzate… Un tempo che ormai impone – e il Covid-19 lo ha solo confermato – una non più rimandabile conversione ecologica, una nuova governance multilaterale, un’economia che si accompagni a una crescita equilibrata e giusta, scevra da ogni neo-colonialismo e nella quale non ci siano esseri umani e popoli che ne fanno sempre le spese”. Sogni? Utopie? Una “speranza certa”, direbbe san Francesco, grazie – scrive Gianni Borsa –  anche – ma non solo, evitando sterili ingenuità – a cristiani che provano a testimoniare le Beatitudini sulle strade del mondo. Gli esempi che ci giungono da tanti missionari lasciano infatti intravvedere cieli nuovi e terra nuova. E questa rivista, assieme agli altri strumenti di comunicazione di Missio (compresi siti e social), vorrebbe proprio dar voce ai nostri missionari affinché ciascuno si lasci da essi interrogare”.

R.Iaria

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