10 Giugno 2020 –
Lampedusa – “Nessuno ha rivendicato questi gesti ma il messaggio sembra chiaro. Fa rabbia l’idea che si usi la violenza per rivendicare i diritti della popolazione, perché non sono i migranti ad ostacolare ciò che è giusto per i lampedusani, né c’è una competizione tra i diritti delle persone”.
A distanza di alcuni giorni dagli incendi ai “cimiteri dei barconi” a Lampedusa e dall’oltraggio alla Porta d’Europa, monumento simbolo dell’accoglienza alle persone migranti, don Carmelo La Magra, parroco di San Gerlando, unica parrocchia dell’isola, esprime al Sir la sua amarezza: “Certamente è qualcosa che nasce all’interno dell’isola. Non credo sia una sommossa popolare ma l’iniziativa di poche persone che cercano di farsi sentire usando metodi violenti”.
Nella piccola comunità di Lampedusa, ammette, “un po’ di tensione si avverte, perché si soffre per la crisi economica provocata dalla chiusura delle attività e non si sa ancora se si riuscirà a lavorare quest’estate. Perciò è facile trovare un capro espiatorio”.