Ecco i greco-cattolici ucraini in Italia

21 Aprile 2020 – Roma – A circa venticinque anni dall’arrivo massiccio in Italia e sette mesi dopo il riconoscimento pontificio come Esarcato apostolico, la Chiesa greco-cattolica ucraina si presenta con una sua aggiornatissima fotografia a colori: volti, luoghi e iniziative di un centinaio di comunità diffuse da Bolzano a Cosenza fino a Cagliari, con sessantadue sacerdoti che celebrano in quasi centocinquanta chiese.

È quasi un selfie collettivo il volume pubblicato come primo “Enchiridio” della Chiesa ucraina in Italia “per farci conoscere nel modo migliore ai nostri amici italiani – spiega il delegato dell’Esarcato, monsignor Dionisio Lachovicz, citando Giovanni Paolo II – e come opportunità di arricchirsi di esperienza spirituale, nello scambio di doni e nella scoperta dei doni di un’altra Chiesa nella identica Chiesa”. Il curatore don Augustyn Babiak ha ricostruito attraverso agili schede le molteplici attività pastorali fiorite attorno ai sacerdoti greco-cattolici, alcuni dei quali sono bi-ritualisti (e anche sposati), cioè fanno un duplice servizio presso le comunità italiane di rito latino e ucraine di rito bizantino. Nelle pagine iniziali Babiak riprende la storia italiana di questa diaspora in cui fin dagli anni Novanta gli emigrati ucraini (erano allora circa sessantamila) hanno cercato di mantenere la propria spiritualità e identità nazionale. Il numero è cresciuto esponenzialmente – si parla ora di settecentomila unità, al quinto posto fra le comunità straniere in Italia – e anche le comunità ecclesiali greco-cattoliche si sono via via radicate attorno ai loro sacerdoti. Hanno trovato collaborazione nella CEI, sia per l’assistenza alle lavoratrici e ai lavoratori attraverso la Fondazione Migrantes, sia per la disponibilità delle chiese.

Dal 2001 è stato avviato un coordinamento pastorale degli ucraini in Italia (ora affidato a don Volodymir Voloshyn, che nella prefazione definisce questo primo libro “un forte segno di speranza cristiana per le nostre comunità») che tiene collegate anche le varie comunità religiose, maschili e femminili, operanti nel nostro Paese: i padri Basiliani, il Collegio Pontificio di San Josafat, le suore Basiliane, le suore Serve di Maria Immacolata, le suore Catechisti di Sant’Anna.

Ogni domenica sono circa sedicimila i fedeli a ritrovarsi in chiesa, sono attivi vari gruppi come le “Madri in preghiera” e un’attenzione è riservata ai bambini che nelle scuole domenicali studiano il catechismo, la cultura e la storia ucraina: incontrano due colonne della loro Chiesa come il venerabile metropolita Andrea Szeptyckyj (1865-1944), incrollabile leader spirituale, e il cardinale Yossyf Slipyj (1892-1984), suo fedele collaboratore e successore, condannato a diciotto anni di prigionia nei Gulag siberiani, nominato cardinale da Paolo VI nel 1965.

Ma la testimonianza delle Chiesa greco- cattolica ucraina è anche in tanti uomini e donne arrivati in Italia per lavorare portando anche la propria forte anima religiosa e costruendo una presenza ecclesiale laicale che – come dice l’autore Babiak – “rappresenta una madre, perché ogni ucraino che arriverà qui non si perda nel suo mondostraniero”. (Diego Andreatta – Avvenire)

 

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