Lucchesi nel mondo: anche a Mosca decretato il “lockdown”

10 Aprile 2020 – Mosca – Chi vive a Mosca spesso riceve messaggi di allerta sul suo telefono cellulare. Informano sulle condizioni metereologiche. Lunedì 30 marzo, all’una di notte, l’Ufficio Centrale di Meteorologia comunicava che dalle 6:00 “erano attese pioggia, nevischio, neve, raffiche di vento, tempesta di neve, diminuzione della temperatura…”. Dieci gradi in meno non sono pochi, ma poche ore prima c’era stato un annuncio assai più importante, storico: il sindaco di Mosca, Sergey Sobianin, decretava il “lockdown” della città. Durante la settimana precedente i cittadini della Federazione Russa, salvo quelli impegnati in servizi essenziali, erano stati messi in “vacanza retribuita”, come misura per contenere l’epidemia di Covid19.

Poco dopo la metà di marzo il numero dei contagi, soprattutto a Mosca, aveva infatti preso una diversa piega: decine di nuovi casi al giorno, non più poche unità. Mentre scrivo sono stati superati i 4700 contagiati. L’annuncio del sindaco Sobianin, rafforzato dal repentino cambio metereologico, deve aver colto i moscoviti domenica sera, mentre preparavano il ritorno dalle dacie. Le case di campagna, versione russa, dove immagino molti abbiano passato la settimana di vacanza. Per quello che riguarda me, e la mia compagna, l’isolamento, volontario, era iniziato però un mese prima: pochi giorni dopo il ritorno dall’Italia. Partimmo da Mosca intorno al 20 febbraio, per un viaggio che, per ragioni di famiglia, non era posticipabile. All’arrivo a Fiumicino ci accolsero col controllo della temperatura, ma salvo questo dettaglio, lo scenario italiano, e l’atmosfera, erano ancora lontani dalla gravissima situazione attuale. In quei giorni in Italia, tra amici e parenti, ero la persona più in allerta, invitavo tutti alla massima precauzione. Avevo letto degli articoli che ricordavano le dinamiche della crescita esponenziale delle epidemie, che collegai a un aneddoto raccontatomi dai miei genitori quando ero bambino: un solo chicco di riso raddoppiato per ognuna della 64 caselle di una scacchiera, supera la quantità di riso raccolto in tutto il mondo per molti anni. Inoltre, a Mosca, insegno in due Università, Hse e Rudn nella seconda vi sono studenti da più di 150 paesi del mondo. Già il 30 gennaio Rudn aveva stabilito per tutti gli studenti in arrivo dalla Cina un isolamento di 14 giorni. Non stavo tenendo lezioni, non ero stato toccato concretamente, ma l’epidemia si era fatta sentire, entrando nella mia sfera lavorativa. Nei pochi giorni trascorsi tra Lucca e Roma, il virus aveva preso molto terreno nel Nord e cominciavano ad esserci vari casi anche in Toscana e nel Lazio. Il volo di ritorno a Mosca lo abbiamo fatto indossando mascherine chirurgiche. All’aeroporto ci aspettavamo controlli, invece niente. Roma, evidentemente, ancora non preoccupava. Altri passeggeri, in arrivo da Milano, sono stati accolti da tute bianche e mascherine protettive: controlli e raccolta di informazioni. Partiti da Mosca in una situazione in cui il problema erano gli arrivi dalla Cina, vi siamo ritornati quando l’Europa stava diventando il focolaio principale. I numeri degli infetti e dei decessi in Italia, in particolare, crescevano seguendo una inesorabile curva esponenziale. Abbiamo deciso di chiuderci in casa, salvo lavoro e spese essenziali. E questo non perché fosse richiesto o perché avessimo alcun sintomo. Per prudenza. Inoltre, il nostro stato d’animo si era ormai sintonizzato sulla situazione italiana: numeri, storie, conferenze stampa sul cellulare, scelte tardive, frustrazione, dibattiti e proposte su Twitter. E soprattutto contatti con le famiglie. Come con mia nonna, nata nel 1932, che in una video-chiamata da Verrucolette in Garfagnana, mi ha detto: “È peggio della guerra, perché dalla guerra ti puoi “rimpiattare”, da questo no». Dove non arriva la consapevolezza matematica della crescita esponenziale, arriva il buon senso. Spero che saranno applicati entrambi nelle prossime decisioni qui a Mosca, in Italia, in Toscana, a Lucca. (Leonardo Romei – Toscana Oggi – In Cammino – Lucca)

 

 

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