21 Marzo 2020 – Caltanissetta – Casa Santa Barbara è un piccolo miracolo di accoglienza, che la Provvidenza ha da sempre sostenuto e ne sono oggi ancora più convinta. Un progetto nato da un bellissimo lavoro di squadra fra Migrantes, Caritas, UISG (Unione Internazionale Superiore Generali) e la Parrocchia Santa Barbara di Caltanissetta. Eravamo alla ricerca di una sistemazione per uno studente del Mali, appena uscito dal centro di accoglienza. Si pensava ad una stanza in una canonica, in modo che il ragazzo non fosse solo e ci fosse una presa in carico da parte di una comunità parrocchiale, ma non trovavamo questo tipo di disponibilità. Contemporaneamente, un giovane parroco di un quartiere periferico di Caltanissetta, don Marco Paternò, ci fa sapere che vuole mettere a disposizione un grande appartamento accanto alla sua parrocchia, l’immobile era fino a qualche anno fa una casa per religiose e quindi è dotato di 5 stanze, tutte con bagno in camera.
“Bellissimo, penso, ma non è quello che ci serve”, e così ci si interrogava in equipe su quale potesse essere la soluzione migliore sia per lo studente, ma anche per approfittare di questo grande gesto di generosità da parte di don Marco. Di lì a pochi giorni arriva una nuova richiesta: una giovane coppia della Nigeria ha appena avuto una bimba e la loro casa è così fatiscente che non può assolutamente accogliere la piccola neonata. Subito si è pensato a creare una sorta di casa condivisa, solo che eravamo un po’ titubanti all’idea di mettere insieme persone di diverse nazionalità e religioni. Poi, però ci siamo detti che questa era veramente una sfida di integrazione nell’integrazione e così abbiamo proposto ai ragazzi questa avventura, che hanno accettato subito con entusiasmo. Si sono poi aggiunti anche un altro ragazzo della Nigeria e uno del Camerun. In attesa di entrare nella nuova casa, abbiamo predisposto per ciascuno di loro degli alloggi temporanei, alcuni un po’ improvvisati. Ci stavamo adoperando per l’allestimento e le pulizie dell’appartamento, quando ci arriva la notizia che la famiglia della Nigeria doveva lasciare in 24 ore il luogo dove era sistemata provvisoriamente. Da quel momento è stata tutta una corsa, per i volontari, il parroco e i membri dell’equipe, tutti mobilitati per consegnare la casa in 24 ore, perfettamente pulita e funzionante, con tanto di spesa fatta.
Tutto è stato fatto con amore e attenzione, ma con tempi strettissimi. Era il 5 marzo quando i ragazzi sono entrati ufficialmente nella casa.
Come si sa in quei giorni la situazione in Italia è cambiata in modo repentino e anche i ragazzi si sono dovuti adeguare alle nuove disposizioni governative. Purtroppo, tranne il parroco, che ogni giorno verifica che tutto sia ok per gli ospiti della casa, noi seguiamo i ragazzi a distanza, solo saltuariamente e se strettamente necessario portiamo un po’ di spesa. Questo, da una parte mi rattrista molto, perché veramente non vedevamo l’ora di iniziare tante attività correlate a questa esperienza di convivenza. D’altro canto, però sono molto grata al Signore, anche per le corse fatte, evidentemente Lui sapeva bene cosa stava per accadere.
Come sarebbe stato questo periodo di isolamento per questi ragazzi in case fatiscenti, in un dormitorio o girando di casa in casa?
Ora vivono in un appartamento bello, pulito e luminoso, ci sono tante persone che in un modo o in un altro si prendono cura di loro. Inizieranno in questi giorni delle lezioni di italiano on line, li coinvolgeremo nella realizzazione di video tutorial di ricette etniche…..insomma con un po’ di fantasia daremo vita a nuove forme di accoglienza, seppur virtuali, in attesa di poter riprendere il cammino là dove si è interrotto.
Donatella D’Anna
Direttore Migrantes Caltanissetta