20 Marzo 2020 – Barcellona – Quando il virus ha cominciato la sua guerra in Italia essere italiani a Barcellona ha significato condividere la sensazione di rifiuto con chi da sempre è discriminato semplicemente per la sua nazionalità. Poi il nemico è diventato comune e si è affrontato un periodo di confusione in cui il cappellano don Luigi Usubelli ha diretto la sua nave con sicurezza in mezzo alla tempesta delle direttive ufficiali.
Fino a dover rifugiare la sua nave in un porto sicuro quello della quarantena per tutti.
Il Covid19 ha così insegnato come la tecnologia e la creatività possono aiutare. Don Luigi invia via whatsApp commenti al Vangelo e messaggi rassicuranti ai bambini e ragazzi delle catechesi.
Le catechiste inviano video leggendo brevi brani della Bibbia e hanno lanciato un concorso di disegno. Hanno invitato ad esprimere disegnando le sensazioni che si provano in questo periodo promettendo che sarà organizzata una mostra e che i disegni più belli verranno utilizzati per il calendario della comunità 2021. Per il gruppo giovani è stato facile: non spaventa organizzare incontri via skype.
Tutti hanno condiviso la necessità di proteggere soprattutto i più anziani membri della comunità : non sono molti perché la comunità è giovane ma sono considerati un bene prezioso. Tutti esprimono nostalgia per i comuni incontri e momenti di preghiera.
Il Covid 19: insegna il valore della fratellanza che in questa speciale circostanza curiosamente si esprime attraverso la distanza evitando i contatti. Sì, in questo momento si è fratelli nella distanza. E’ una fraternità tutt’altro che virtuale, è fraternità spirituale. (Missione Cattolica Italiana di Barcellona)