9 Gennaio 2020 – Città del Vaticano – “Occorre rilevare che nel mondo vi sono diverse migliaia di persone, con legittime richieste di asilo e bisogni umanitari e di protezione verificabili, che non vengono adeguatamente identificati. Molti rischiano la vita in viaggi pericolosi per terra e soprattutto per mare”.
Lo ha detto questa mattina Papa Francesco ricevendo in Vaticano il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Il papa ha sottolineato con “dolore” che “si continua a constatare come il Mare Mediterraneo rimanga un grande cimitero. È sempre più urgente, dunque – ha detto Papa Francesco – che tutti gli Stati si facciano carico della responsabilità di trovare soluzioni durature”.
IL Pontefice ha assicurato che da parte sua “la Santa Sede guarda con grande speranza agli sforzi compiuti da numerosi Paesi per condividere il peso del reinsediamento e fornire agli sfollati, in particolare a causa di emergenze umanitarie, un posto sicuro in cui vivere, un’educazione, nonché la possibilità di lavorare e di ricongiungersi con le proprie famiglie”. Tra le crisi umanitarie in atto, il Papa ha citato quella dello Yemen, “che vive una delle più gravi crisi umanitarie della storia recente, in un clima di generale indifferenza della comunità internazionale”, e della Libia, “che da molti anni attraversa una situazione conflittuale, aggravata dalle incursioni di gruppi estremisti e da un ulteriore acuirsi di violenza nel corso degli ultimi giorni”.
“Tale contesto è fertile terreno per la piaga dello sfruttamento e del traffico di essere umani, alimentato da persone senza scrupoli che sfruttano la povertà e la sofferenza di quanti fuggono da situazioni di conflitto o di povertà estrema”, il grido d’allarme di Francesco: “Tra questi, molti finiscono preda di vere e proprie mafie che li detengono in condizioni disumane e degradanti e ne fanno oggetto di torture, violenze sessuali, estorsioni”. (R.I.)