6 Dicembre 2019 – Nouakchott – Un altro drammatico naufragio di migranti. Questa volta la tragedia si è consumata nell’Oceano Atlantico, dove almeno 58 migranti hanno perso la vita mercoledì quando l’imbarcazione sul quale si trovavano si è capovolta al largo delle coste della Mauritania. Altre 83 persone sono riuscite a mettersi in salvo nuotando fino a riva.
Lo ha reso noto l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), impegnata al momento a collaborare con le autorità mauritane e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) nel portare i primi soccorsi e assistenza medica ai migranti sopravvissuti.
Il numero delle vittime resta uno tra i più alti registrati quest’anno. Secondo fonti locali, le speranze di trovare altre persone in vita sono pressoché nulle. Continuano invece le operazioni di ricerca dei corpi che il mare ha cominciato drammaticamente a restituire, mentre rimane ancora incerto il numero dei feriti, trasferiti nell’ospedale di Nouadhibou.
In base a una prima ricostruzione, a bordo del barcone, partito dal Gambia il 27 novembre scorso, c’erano oltre 140 persone, tra cui donne e bambini. Arrivati però a poche miglia da Nouadhibou — a 470 chilometri a nord della capitale mauritana — il barcone, a corto di carburante, si è ribaltato, affondando. La destinazione dei migranti erano le isole spagnole delle Canarie.
«Le autorità della Mauritania stanno coordinando in modo molto efficiente i soccorsi con le agenzie presenti attualmente a Nouadhibou», ha detto Laura Lungarotti, responsabile dell’OIM, poco dopo il naufragio. «La nostra comune priorità è prenderci cura di tutti coloro che sono sopravvissuti — ha aggiunto Lungarotti — e offrire loro il sostegno di cui hanno bisogno».
Per il momento le autorità del Gambia non hanno commentato la tragedia. Il portavoce dell’OIM, Leonard Doyle, ha dichiarato ad Al Jazeera che l’imbarcazione che trasportava i migranti non era adatta a quel tipo di navigazione ed era sovraffollata. «Questa tragedia ci dice molto della indifferenza dei trafficanti» ha aggiunto Doyle. «Questo è il vero problema — ha sottolineato — lo sfruttamento delle persone alla ricerca di una vita migliore», spiegando che quello di ieri «è uno degli incidenti più mortiferi accaduti quest’anno di migranti che cercano di attraversare l’Oceano Atlantico o il Mar Mediterraneo verso l’Europa». (O.R.)