Papa Francesco apre il Mese missionario straordinario

2 Ottobre 2019 – Città del Vaticano – “Questo Mese missionario straordinario vuole essere una scossa per provocarci a diventare attivi nel bene. Non notai della fede e guardiani della grazia ma missionari”.

Papa Francesco, ieri pomeriggio, ha aperto, con i Vespri, il Mese Missionario Straordinario, da lui voluto, sul tema “Battezzati ed inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”.

Per il papa si diventa missionari “vivendo da testimoni: testimoniando con la vita di conoscere Gesù”. il Mese Missionario straordinario cade nel centenario della lettera “Maximum Illud” di Benedetto XV. Quel documento, cento anni fa, separò l’opera di evangelizzazione dall’opera di colonizzazione e pose le basi per la creazione di un clero e di una gerarchia autoctoni nelle terre di missione.

“Per favore, non viviamo una fede ‘da sacrestia’”, ha detto il pontefice nell’omelia indicando tre testimoni, tre “servi” che hanno “portato molto frutto”: Santa Teresa di Gesù Bambino, “che fece della preghiera il combustibile dell’azione missionaria nel mondo”, San Francesco Saverio, “uno dei grandi missionari della Chiesa”, e la venerabile Pauline Jaricot, operaia che, “con le offerte che detraeva dal salario, fu agli inizi delle Pontificie Opere Missionarie”. Questo, osserva, “è anche il mese del Rosario”. Di qui una domanda e un monito: “Facciamo di ogni giorno un dono per superare la frattura tra Vangelo e vita? Per favore, non viviamo una fede ‘da sacrestia’”. La religiosa, il sacerdote e la laica appena richiamati “ci dicono che nessuno è escluso dalla missione della Chiesa”.

In Italia i sacerdoti inviati dalle diocesi a fare una esperienza di missione ad gentes sono circa 400: negli anni 90 erano oltre 1.300. (R. Iaria)

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