Mons. Reali incontra la comunità nigeriana a Cesano

10 Luglio 2019 – Cesano – “Le doniamo la statua di un’aquila come ricordo per la sua visita pastorale, abbiamo un detto che dice ‘In an eagle there is all the wisdom of the world’ ( in un’aquila c’è tutta la sapienza del mondo, ndr). Con questo simbolo le auguriamo la divina sapienza per guidare il suo gregge”:  così Emeka Jason Emejuru ha accolto il vescovo Reali a nome della comunità cattolica nigeriana di Porto–Santa Rufina riunita domenica scorsa a Cesano nella parrocchia di San Giovanni Battista.

Cinquanta famiglie, divise in due gruppi, qui alla periferia di Roma e a Ladispoli nella parrocchia della Santissima Annunziata, si incontrano ogni settimana per la Messa e le attività pastorali nella loro lingua e secondo le loro tradizioni. «Grazie di cuore per averci mandato un cappellano che ha un cuore di buon pastore, don Matthew Eze, – ha continuato Emejuru – attraverso di lui e i suoi collaboratori (Emeka Ago, Chigozie Unogu, Davison Uzosike, Raymond Onyemechara, Monday Ariboke ndr) la nostra comunità vive nella gioia del Vangelo. Grazie ancora per il direttore Migrantes, il diacono Enzo Crialesi, e la nostra coordinatrice suor Anna. Grazie per l’accoglienza dei nostri parroci, don Vicenzo Mamertino, a Cesano e don Saji Thadathil a Ladispoli e delle comunità parrocchiali. La nostra convivenza con loro è veramente un segno di una comunità viva. Caro vescovo, le chiediamo di ricordare sempre nelle sue preghiere tutti i migranti, in modo particolare quelli che soffrono in questo momento e che rischiano di perdere la speranza».

Nell’auditorium l’incontro è stato breve, il vescovo ha ringraziato dell’affetto per lui e per la diocesi: «La Chiesa è la casa di tutti, nella Chiesa dobbiamo tutti sentirci a casa nostra». Un pensiero che il presule invita a rendere sempre più chiaro. Ci sono «delle parole e delle immagini che ci lasciano perplessi», che dimenticano l’esperienza dei migranti: «Voi avete dovuto lasciare il vostro paese, imparare una nuova lingua, accanto a persone che esprimono i loro sentimenti in modo differente dal vostro». Ma, la conoscenza reciproca, la condivisione dei problemi e delle buone iniziative devono essere portate avanti per mostrare che «la verità della Chiesa del Signore Nostro Gesù Cristo è appartenere all’unica famiglia del Padre». Poi l’invito a voler bene a don Matthew e ad aiutare i connazionali: «I cattolici annunciano il Vangelo a tutti. Anche a chi non lo conosce, a chi lo ha perso, a chi se ne è allontanato».

Ma, il Vangelo cosa chiede? Nella Messa seguita all’incontro, il vescovo Reali propone una delle risposte, partendo dal fatto che: «La parola di Dio fissa nel testo la nostra fede, ma ogni volta ridiscende in noi come quella parola che abbiamo bisogno di ascoltare in quel preciso momento». La liturgia del giorno parla di vocazione, di tutte le vocazioni, da quella sacerdotale, a quella matrimoniale, a quella dello studio e del lavoro. Nel pellegrinaggio verso Gerusalemme Gesù «Insegna un cammino di amicizia e dialogo, un cammino però deciso e decisivo verso la sua passione». La vocazione chiede l’essenzialità al seguito di Cristo: «Le volpi hanno le loro tane, ma il figlio dell’uomo non ha dove riposare» e la scelta di metterlo prima di ogni cosa, «Lascia che i morti seppelliscano i morti».

Si tratta di un percorso di «Continua obbedienza e di condivisione», ha spiegato il vescovo aggiungendo che: «Oggi Gesù chiede a Nora ( Ukaegbu, ndr), che tra qualche minuto battezzerò, di seguirlo in questa strada, assieme ai suoi genitori, al padrino, alla madrina e a tutti noi». (Simone Ciampanella)

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